Da tempo, abbiamo espresso nelle sedi opportune la richiesta di mantenere una responsabile e opportuna sobrietà nel dibattito politico nell’avvicinamento alla tornata elettorale per evitare strumentalizzazioni da parte di tutte le parti in gioco. Purtroppo lo scarso rispetto istituzionale manifestato dall’attuale maggioranza nel corso dell’ultima consiliatura, gestita come un qualunque CdA di un’azienda privata, ha fatto sì che questa richiesta cadesse miseramente nel vuoto.
Da mesi chiediamo che la giunta eviti di approvare il progetto definitivo della Variante Generale a un PRG che presenta diversi elementi critici che si sarebbero dovuti approfondire e discutere nelle sedi opportune con relativa calma, ma anche questo appello è caduto nel vuoto. E non è vero che se non si approva ora, in fretta e furia, i tempi di approvazione si allungheranno: si tratta solo di aspettare l’insediamento della nuova amministrazione, di qualunque colore essa sia, dopodiché i tempi di approvazione da parte della Conferenza di copianificazione sono sempre gli stessi. È chiaro che un atteggiamento di chiusura su questo tema possa dar adito a dubbi e pensieri malevoli tanto che l’assessore all’urbanistica uscente ha sempre sostenuto che finita questa esperienza amministrativa non avrebbe avuto più alcun ruolo qui ad Ivrea ed invece eccolo spuntare tra i candidati di una lista civica. Evviva la coerenza.
Ma questa è solo una delle tante forzature che la maggioranza uscente sta mettendo in atto in extremis come ad esempio la delibera (legittima?) per i lavori di sistemazione di un edificio di proprietà comunale al Castellazzo, o l’assegnazione di spazi pubblici senza bando e con metodi discrezionali. Il problema degli spazi pubblici è atavico e irrisolto, ed è stato aggravato dallo sgombero, immotivato, di un certo numero di associazioni dallo stabile della Valcalcino. Cosa dire poi della pantomima messa in piedi sul Movicentro?
In questi giorni è tutto un proliferare di promesse alcune delle quali su iniziative da noi proposte, a scopo propositivo, fin da inizio mandato e mai attuate e che ora diventano punti programmatici per il prossimo quinquennio. La domanda che chiunque si pone è: “ma perché se queste cose non le hanno fatte nei cinque anni di mandato, invece di litigare su tutto, dovrebbero essere in grado di farle se venissero eletti?”
È una questione di credibilità e l’amministrazione uscente non ha certo brillato in tal senso, dicendo spesso e volentieri tutto e il contrario di tutto.
Credibilità di una giunta eterodiretta che si è esaurita fin da subito con l’assunzione di un “capo di gabinetto” strapagato (figura tipica dei ministeri e non certo di città delle dimensioni di Ivrea) che ha tirato le fila di una maggioranza divisa su tutto e che infatti andrà divisa alla tornata elettorale di maggio. Questo perché non c’era alcuna visione politica o programmatica e nemmeno una conoscenza approfondita della città e dei suoi problemi e si è tirato avanti rincorrendo le emergenze che man mano si prospettavano o le proposte calate dall’alto.
In questi giorni di campagna elettorale si sente, e si vede, un po’ di tutto con candidati, consiglieri uscenti, che strappano le erbacce nel centro città (prima dov’erano?), e al tempo stesso ci troviamo con la passerella pedonale sulla Dora Baltea in uno stato di degrado inaccettabile, con pericolose assi incurvate se non divelte e viti sporgenti, tanto che è già un miracolo se non si sia fatto male nessuno. Questo è solo uno dei tanti problemi, non certo di poco conto, che la giunta uscente non è stata in grado di risolvere e lascia in eredità a chi subentrerà.
La credibilità è venuta sempre meno anche per le certezze promanate dalla giunta, ma poi sparite dai radar e lasciate, anche queste, a chi verrà. Ci sarebbero molti esempi, ma ne citiamo uno su tutti come la messa in sicurezza del Ponte XXV aprile, che pareva un’emergenza già nel 2018 e per la quale si è fatto poco o nulla salvo procrastinare l’inizio lavori di anno in anno fino a lasciare, anche questa, a chi verrà.