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Qui di seguito i link ai pdf dei casellari giudiziari e i curriculum vitae dei candidati della lista Viviamo Ivrea per le elezioni amministrative che si terranno a Ivrea il 14 e 15 maggio 2023.

Da tempo, abbiamo espresso nelle sedi opportune la richiesta di mantenere una responsabile e opportuna sobrietà nel dibattito politico nell’avvicinamento alla tornata elettorale per evitare strumentalizzazioni da parte di tutte le parti in gioco. Purtroppo lo scarso rispetto istituzionale manifestato dall’attuale maggioranza nel corso dell’ultima consiliatura, gestita come un qualunque CdA di un’azienda privata, ha fatto sì che questa richiesta cadesse miseramente nel vuoto.


Da mesi chiediamo che la giunta eviti di approvare il progetto definitivo della Variante Generale a un PRG che presenta diversi elementi critici che si sarebbero dovuti approfondire e discutere nelle sedi opportune con relativa calma, ma anche questo appello è caduto nel vuoto. E non è vero che se non si approva ora, in fretta e furia, i tempi di approvazione si allungheranno: si tratta solo di aspettare l’insediamento della nuova amministrazione, di qualunque colore essa sia, dopodiché i tempi di approvazione da parte della Conferenza di copianificazione sono sempre gli stessi. È chiaro che un atteggiamento di chiusura su questo tema possa dar adito a dubbi e pensieri malevoli tanto che l’assessore all’urbanistica uscente ha sempre sostenuto che finita questa esperienza amministrativa non avrebbe avuto più alcun ruolo qui ad Ivrea ed invece eccolo spuntare tra i candidati di una lista civica. Evviva la coerenza.


Ma questa è solo una delle tante forzature che la maggioranza uscente sta mettendo in atto in extremis come ad esempio la delibera (legittima?) per i lavori di sistemazione di un edificio di proprietà comunale al Castellazzo, o l’assegnazione di spazi pubblici senza bando e con metodi discrezionali. Il problema degli spazi pubblici è atavico e irrisolto, ed è stato aggravato dallo sgombero, immotivato, di un certo numero di associazioni dallo stabile della Valcalcino. Cosa dire poi della pantomima messa in piedi sul Movicentro?
In questi giorni è tutto un proliferare di promesse alcune delle quali su iniziative da noi proposte, a scopo propositivo, fin da inizio mandato e mai attuate e che ora diventano punti programmatici per il prossimo quinquennio. La domanda che chiunque si pone è: “ma perché se queste cose non le hanno fatte nei cinque anni di mandato, invece di litigare su tutto, dovrebbero essere in grado di farle se venissero eletti?”
È una questione di credibilità e l’amministrazione uscente non ha certo brillato in tal senso, dicendo spesso e volentieri tutto e il contrario di tutto.


Credibilità di una giunta eterodiretta che si è esaurita fin da subito con l’assunzione di un “capo di gabinetto” strapagato (figura tipica dei ministeri e non certo di città delle dimensioni di Ivrea) che ha tirato le fila di una maggioranza divisa su tutto e che infatti andrà divisa alla tornata elettorale di maggio. Questo perché non c’era alcuna visione politica o programmatica e nemmeno una conoscenza approfondita della città e dei suoi problemi e si è tirato avanti rincorrendo le emergenze che man mano si prospettavano o le proposte calate dall’alto.


In questi giorni di campagna elettorale si sente, e si vede, un po’ di tutto con candidati, consiglieri uscenti, che strappano le erbacce nel centro città (prima dov’erano?), e al tempo stesso ci troviamo con la passerella pedonale sulla Dora Baltea in uno stato di degrado inaccettabile, con pericolose assi incurvate se non divelte e viti sporgenti, tanto che è già un miracolo se non si sia fatto male nessuno. Questo è solo uno dei tanti problemi, non certo di poco conto, che la giunta uscente non è stata in grado di risolvere e lascia in eredità a chi subentrerà.

La credibilità è venuta sempre meno anche per le certezze promanate dalla giunta, ma poi sparite dai radar e lasciate, anche queste, a chi verrà. Ci sarebbero molti esempi, ma ne citiamo uno su tutti come la messa in sicurezza del Ponte XXV aprile, che pareva un’emergenza già nel 2018 e per la quale si è fatto poco o nulla salvo procrastinare l’inizio lavori di anno in anno fino a lasciare, anche questa, a chi verrà.

di Marcos Serra e Vanessa Vidano

In un tempo in cui la tecnologia e la velocità hanno preso sopravvento sulle nostre attività quotidiane, un aspetto importante nella vita dei cittadini sembra stia via via perdendo spazio: la cultura. Perciò, c’è urgenza di azioni pubbliche concrete che abbiano l’obiettivo non solo di salvaguardare il patrimonio culturale, cosa fondamentale, ma anche stimolare l’innovazione e la partecipazioni dei cittadini, e questo avviene in primo luogo a livello locale.
Avviare attività culturali a livello locale è un’opportunità per tutti, specialmente per i più giovani, di avere esperienze di prima mano e sentirsi partecipi. Questo è necessario perché è palpabile la lontananza che molti cittadini in questi tempi sentono dalla vita culturale della propria città, spesso più passivi spettatori che attori protagonisti. Questo, poi, si traduce nella vita politica e sociale delle persone, che guardano altrettanto passivamente risultati decisionali importanti a livello locale, nazionale e mondiale, facendo oramai soltanto il consueto ‘tifo’ per le parti in gioco.
Istituire iniziative ed eventi culturali che coinvolgano tutti i cittadini è ruolo fondamentale della pubblica amministrazione del XXI secolo. La città di Ivrea, Patrimonio Unesco, con la sua ricca storia piena di esempi di successo nell’ambito sociale e culturale, ha stabilito le fondamenta per un futuro brillante; ha bisogno però di un’amministrazione responsabile, consapevole e competente per concretizzare tutto il suo enorme potenziale.

Per questo motivo, giovedì sera, presso il Polo Universitario di Infermieristica alle 20.45, abbiamo deciso di proporre un Dibattito pubblico sul Futuro delle Politiche culturali della città.
Sarà un momento di confronto e dibattito in cui auspichiamo che emergano nuove idee, prospettive e proposte. Vorremmo che si iniziasse fin da subito, come operatori culturali, associazioni e imprese del territorio, a pensarsi parte di un processo che integra e comprende tutti, non solo la politica. La politica ha sicuramente l’onere e onore di dare degli indirizzi - sempre meglio se concertati con gli attori territoriali - ma non può nulla senza la partecipazione e la progettazione intersettoriale. Cosa significa? Che per poter pianificare bene e in modo proficuo, per poter attrarre finanziamenti e partecipare a bandi europei, è necessario pensare alla cultura come a un complesso intreccio di interessi: sociali, morali, politici ed economici. Se le diverse parti del puzzle iniziano a intersecarsi a dovere, allora sarà più semplice avere una visione di insieme e, soprattutto, una visione sul lungo periodo. Certo, perché un’amministrazione questo deve fare, in qualsivoglia ambito di azione: guardare sul lungo periodo. Se l’imprinting neoliberista e consumista che da decenni troviamo nel mainstream del dibattito politico ci dice che bisogna continuamente mutare, proporre, mercificare, competere, è venuta l’ora di prendere il timone e fare un bel cambio di rotta. La visione di corto respiro è ciò che ci sta portando sul baratro della catastrofe climatica e ormai gli esperti di progettazione non sanno più in che lingua dire che solo la pianificazione di politiche volte alla sostenibilità di lungo termine possono generare controtendenze significative. Lo stesso vale per le politiche culturali: non possiamo rimanere passivi consumatori di ciò che la politica - ormai esausta e senza più creatività - propone, ma dobbiamo diventare attori consapevoli che si fanno protagonisti della vita cittadina. Da un seme nasce un albero e dall’albero nasce un fiore, che diventa frutto e di nuovo seme. E poi tutto ricomincia.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI,
GIOVEDì 13 APRILE 2023, ORE 20.45
AULA MAGNA POLO UNIVERSITARIO DI INFERMIERISTICA
«DIBATTITO PUBBLICO - QUALE FUTURO PER LE POLITICHE CULTURALI DELLA CITTÀ?»

 

Nel penultimo Consiglio Comunale tutte le forze di minoranza hanno presentato una mozione nella quale chiedevano che la Giunta non assumesse deliberazioni su temi importanti, dei quali si discute da tempo, trovandoci ormai pienamente immersi nella campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative che si svolgeranno il 14 e il 15 maggio.
Anche se una Giunta rimane attiva e operativa fino al giorno prima della fine del mandato è implicito e quanto meno opportuno che si occupi di ordinaria amministrazione, e non certo di deliberare su progetti e/o iniziative che si trascinano da mesi e mesi e che hanno iter procedurali complessi.
La mozione citata era infatti intitolata “fairplay istituzionale” e chiedeva di soprassedere principalmente su tre temi che hanno tenuto banco negli anni scorsi: il bando di progettazione della Biblioteca, il bando per l’affidamento dei locali del Movicentro e l’approvazione della Variante Generale del Piano Regolatore.
Su quest’ultimo vorremmo spendere qualche considerazione ulteriore, vista l’importanza del documento e tenuto conto del fatto che l’incarico per la sua elaborazione risale addirittura al 2017. È risaputo che un Piano Regolatore è lo strumento politico per eccellenza, trattandosi della pianificazione della città almeno per i prossimi dieci anni: la sua approvazione dovrebbe derivare da un processo pubblico, trasparente e partecipativo con la cittadinanza e con i portatori di interesse e per fare questo, tutto serve meno che la fretta.
L’attuale Amministrazione, che in 5 anni non è riuscita a concludere l’iter procedurale, ora spinge per approvare con un solo passaggio in Giunta il progetto definitivo che dovrà poi passare al vaglio della Conferenza di copianificazione, ma senza possibilità di modifica. Per arrivare a questa delibera servirà però rispondere alle “osservazioni” dei cittadini a seguito dell’approvazione da poco avvenuta, per mano della sola maggioranza, del progetto preliminare. Per i non addetti ai lavori specifichiamo che le osservazioni sono delle segnalazioni che i cittadini, o i portatori di interesse pubblico, fanno per evidenziare elementi critici o discutibili, nell’interesse collettivo.
Alle osservazioni pervenute gli uffici dovranno rispondere, accogliendole o negandole. Il problema da noi posto è che questo processo sconta dei margini di discrezionalità non indifferenti, andando a toccare interessi privati che in fase di campagna elettorale sarebbe meglio “congelare”, per non dare adito a cattivi pensieri.
In risposta alla mozione di cui sopra, che è stata bocciata dalla maggioranza, l’assessore all’urbanistica dice che non ci sarebbero stati conflitti di interesse visto che, finito il mandato, non si sarebbe più ricandidato. Ma abbiamo appreso da poco dai media che invece farà parte, legittimamente, della competizione elettorale. A questo punto ribadiamo con ancora più forza di lasciare questo compito alla nuova Amministrazione che si andrà a insediare.
L’utilizzo improprio del ruolo istituzionale dell’attuale maggioranza e di alcuni assessori sta toccando livelli mai visti. È tutto un “tagliare nastri”, addirittura su cose non fatte, e una propaganda continua a scapito di un’attività formale che comunque bisognerebbe portare a termine con responsabilità istituzionale. Nella discussione sul Bilancio 2023, affrontata nell’ultimo Consiglio Comunale del 28 marzo, di numeri sulle entrate e sulle uscite l’assessora al bilancio non ne ha parlato nel dettaglio, proiettando invece una sequenza di slide sui progetti candidati al PNRR, per una cifra che ruota intorno ai 23 milioni di euro (ipotetici), senza però evidenziare che nessuno di questi è già stato ultimato, alcuni non sono stati appaltati, altri nemmeno progettati e sappiamo che le tempistiche imposte dall’Europa sono piuttosto stringenti.
Nella discussione in Consiglio Comunale la minoranza, compatta, ha rimarcato di come la città di Ivrea non sia strutturata per poter gestire opere pubbliche per tali cifre tanto che, in maniera superficiale, la Giunta ha deciso di affidare la gestione delle gare d’appalto alla Provincia di Biella, depauperando ulteriormente gli uffici comunali. E non basta pensare di affidarsi all’esterno per progettazioni, gestione e realizzazione delle opere perché, come si sta vedendo a livello nazionale, non ci sono professionisti, imprese, tecnici sufficienti per poter gestire questa mole di lavoro.
Tutta questa “carne al fuoco”, in alcuni casi costituita da progetti non prioritari per la città, avrà un duplice effetto perverso: legare mani e piedi alla prossima amministrazione, che dovrà fare i salti mortali per portare a compimento progetti sui quali molto probabilmente non avrebbe puntato, e ridurre drasticamente la possibilità di intervento sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie del patrimonio immobiliare comunale, che è invece la vera priorità di molte amministrazioni pubbliche.

“Tanto tuonò che piovve”, recita un vecchio proverbio che si fa risalire addirittura a Socrate e che sta a significare che un evento avverso spesso non avviene casualmente, ma perché non si sono voluti ascoltare i segnali premonitori che in qualche modo lo preannunciavano.
Sta accadendo qualcosa del genere a livello globale con i disastri epocali causati da un cambiamento climatico che in molti annunciano da decenni su basi scientifiche, ma che la politica che conta e i potenti che la manovrano hanno sempre derubricato a ossessioni di ambientalisti frustrati. Per quel che riguarda il nostro orticello ora che anche in Piemonte, terra da sempre ricca di acqua e neve tocchiamo con mano una siccità estrema con i fiumi ridotti a rigagnoli e i laghi abbassatisi di parecchie decine di centimetri, ecco che tutti i negazionisti del surriscaldamento del Pianeta si stracciano le vesti parlando di un’emergenza idrica che non sono certo in grado di risolvere, essendo la loro incapacità ad anticipare e prevenire il problema una delle cause principali, se non con interventi emergenziali incapaci di guardare al futuro.
È utile ricordare che per ben due volte la maggioranza, nel 2019 e nel 2020, ha bocciato due mozioni, una delle quali promossa dall’associazione Fridays for Future, con la motivazione, assolutamente antiscientifica, che il surriscaldamento del Pianeta non derivi da cause antropiche. Va anche detto che questi voti contrari hanno trovato l’appoggio anche del Sindaco che ha sempre tenuto, in questi cinque anni, i piedi in due scarpe dichiarandosi ambientalista con gli ambientalisti e negazionista con i più retrivi negazionisti, ma alla fine votando sempre a favore di questi ultimi. Viste queste premesse di fondo è chiaro che non ci si sarebbe potuto aspettare molto di più dalla Giunta e dalla maggioranza che l’ha sostenuta in questi cinque anni. Rimanendo infatti in tema ambientale inteso in senso ampio e quindi: inquinamento, salute dei cittadini, salvaguardia del verde, promozione delle attività sportive, incentivazione dell’agricoltura locale, biologica e a km zero, gestione innovativa dei rifiuti, ecc., oltre non aver proposto uno straccio di politica pubblica sostenibile non sono nemmeno stati in grado di mettere in atto, nonostante votazioni all’unanimità quanto proposto da noi e dai colleghi di minoranza con decine di mozioni propositive e non solo critiche. Ne ricordiamo alcune, ma ce ne sono molte di più:
15 ottobre 2018 – Salvaguardiamo la salute dei cittadini
21 marzo 2019 – Istituzione di una Commissione speciale per l’Ospedale (istituita e praticamente mai convocata)
26 giugno 2019 – Emergenza viabilità: autostrada A5 e non solo
08 luglio 2020 – Tagli inaccettabili da parte di GTT
03 marzo 2021 – Eliminazione barriere architettoniche: dalle parole ai fatti
30 giugno 2021 – Il mercato cittadino è fermo al palo
31 gennaio 2022 – Incontro tra i sindaci della conurbazione d’Ivrea (per trasporto pubblico)
28 febbraio 2022 – Inquinamento e salute dei cittadini. Serve agire con tempestività
31 marzo 2022 – Rotonda di piazza Balla: questione irrisolta (dopo cinque anni siamo allo stesso punto di prima)
20 luglio 2022 – Chiusura del portierato sociale a Bellavista
Come detto in precedenza queste sono solamente alcune delle mozioni da noi presentate e votate, approvate quasi tutte all’unanimità, ma mai, o solo marginalmente, attuate.
Il paradosso di questa consiliatura arrivata a fine corsa è che all’inefficienza e all’incapacità di gestire al meglio la macchina pubblica, dall’esecutivo si sono prodigati in ordine sparso, spalleggiati da una maggioranza consiliare silente e impalpabile, a inondare le redazioni dei mass media di comunicati stampa, redatti dal solerte quanto strapagato capo di gabinetto, che magnificano attività e opere spesso non ultimate, alcune non iniziate e alcune nemmeno progettate.
L’ultima iniziativa in ordine di tempo è la presentazione in pompa magna dei progetti messi in piedi col PNRR che, al di là dei paroloni, se si gratta un po’ sotto la vernice e si redige un resoconto serio e documentato, appare con tutta evidenza che la prossima amministrazione avrà mani e piedi legati dal punto di vista degli investimenti dovendo sobbarcarsi l’enorme mole di lavoro non fatto, ma necessaria a portare a compimento i progetti ipotizzati, alcuni dei quali non prioritari e ancora in alto mare dal punto di vista dell’iter procedurale. A rafforzare questa evidenza basta guardare al caos e alla disorganizzazione che aleggiano sull’ufficio tecnico e al depauperamento dei nostri uffici con la cessione della gestione degli appalti alla Provincia di Biella.
Se a tutto questo si aggiunge il disastroso cantiere per l’inutile innalzamento della galleria ferroviaria che rischia di bloccare la città per mesi, se non per anni, modificando pure il profilo storico del Lungo Dora, ci aspettano tempi nei quali chi amministrerà la città, dovrà avere nervi saldi, competenza e capacità progettuale in grado di compensare al poco o malfatto lasciato in eredità alla città dopo cinque anni di amministrazione.

Abbiamo evidenziato la scorsa settimana una serie di iniziative che la Giunta sta mettendo in atto freneticamente pur sapendo di non poterle portare a compimento prima della tornata elettorale di maggio. In taluni casi nemmeno iniziare.
Quando uscirà questo articolo si sarà già svolto il Consiglio Comunale di lunedì 21 marzo nel quale abbiamo presentato, insieme a tutta la minoranza, una mozione che chiede al Sindaco e all’esecutivo di soprassedere dal prendere decisioni su argomenti di una certa rilevanza “senza aver prima terminato un percorso di approfondimento e di condivisione col Consiglio Comunale, con i portatori di interessi e con i cittadini continuando a lavorare sulla fase istruttoria, ma senza prendere decisioni frettolose che potrebbero rivelarsi problematiche per la prossima Amministrazione, di qualunque colore essa sia, in una gestione oculata, responsabile e non ideologica nel solo interesse della Comunità eporediese”.
Chi ci legge sa che una mozione viene votata dai consiglieri comunali per cui vedremo quale posizione prenderà l’eterogenea maggioranza che su molti argomenti è più spaccata che mai. Questo si evince anche dalle candidature che il centro destra sta mettendo in piedi e non prevedono la presenza del Sindaco uscente evidenziando che i cinque anni di amministrazione Sertoli ai partiti di centro destra non sono proprio piaciuti.
Da mesi andiamo dicendo che sarebbe opportuno, da entrambe le parti, a meno di due mesi dalle elezioni mantenere un certo fair play istituzionale scindendo quella che è la figura dell’amministratore in carica da quella del candidato, ma a vedere il convulso attivismo, fuori tempo, di alcuni assessori questo auspicio appare chiaro non sia stato minimamente considerato.
E dire che ci sono molti esempi su come tagliare nastri, promettere fantasmagoriche e future opere pubbliche, assegnare spazi pubblici fuori tempo massimo, non siano operazioni di buon auspicio. La rotonda di piazza Balla e relativa pista ciclabile sono lì a ricordarlo, ma tant’è, contenti loro …
Tanto per fare un esempio di decisioni che sarebbe più corretto lasciar prendere a chi verrà è da un paio di settimane sul tavolo, dopo anni di parole a vuoto, la questione, tutta ideologica, dell’affidamento della gestione dei locali del Movicentro. Una storia che si innesca fin da inizio mandato con il chiaro intento di “sfrattare” gli attuali gestori e cioè la cooperativa ZAC! Alla scadenza del contratto sarebbe stato legittimo da parte della Giunta, se non condivideva l’attuale modalità di gestione, prospettare nuove idee, nuove possibilità di utilizzo, ma per fare questo sarebbe servita una volontà politica, un progetto alternativo a quello attuale che ha ben funzionato, che chiaramente non c’era. In mancanza di idee e di proposte concrete per un utilizzo alternativo degli spazi si è messa in piedi una manfrina su presunte irregolarità legate alla proprietà dell’immobile perdendo anni in sterili discussioni che hanno portato alla redazione di una perizia inutile e con diversi elementi critici, quando sarebbe bastato far valere le convenzioni originarie sottoscritte dalla Regione, da RFI e dalla Città di Ivrea con le quali in tutta chiarezza veniva concesso l’utilizzo gratuito degli spazi alla nostra città.
Dopo mille polemiche e la formalizzazione della questione di fronte a un notaio è calato il silenzio ed ora, a meno di due mesi dalla tornata elettorale ecco uscire delle indiscrezioni, non smentite dai diretti interessati, sulla volontà della Giunta di fare uno spezzatino di quei locali eliminando a monte l’unitarietà degli stessi con l’ovvia conseguenza di rendere inattuabile e quindi non più proseguibile il progetto socio-culturale che aveva permesso alla cooperativa ZAC! di vincere il bando.
Al di là del colore politico e delle idee che ognuno di noi ha in mente, quando si vestono i panni dell’Amministratore pubblico bisognerebbe avere l’accortezza di non schierarsi a prescindere per l’una o l’altra soluzione senza avere prima valutato e condiviso i lati positivi e quelli negativi di una determinata realtà. Se poi si reputa che una certa situazione non si inserisca nel novero delle politiche pubbliche che si vogliono mettere in atto basta metterci la faccia e proporre soluzione alternative. Trincerarsi dietro presunti cavilli tecnico-amministrativi evidenzia il fatto di come non si sia in grado di affrontare un confronto politico trasparente, in contraddittorio con le parti, utile nel ricercare e trovare soluzioni condivise nell’interesse della collettività.
Altro tema sul quale abbiamo ripetutamente chiesto di soprassedere per non innescare polemiche e retro pensieri in questa fase di campagna elettorale è la volontà della Giunta di approvare, a poco più di un mese dal voto, il progetto definitivo della Variante generale del PRG. Per fare questo servirà che si dia una risposta alle osservazioni dei cittadini; operazione delicata che abbiamo chiesto più volte di analizzare in Commissione demandando le controdeduzioni alla prossima Amministrazione. Rispondendo ora in fretta e furia alle osservazioni, dopo aver approvato il Progetto Preliminare in fretta e furia, è chiaro che si darà adito a cattivi pensieri …

Da molti mesi stiamo assistendo a una disgregazione sistematica della maggioranza che governa la città da quelle elezioni del 2018 tramite le quali gli elettori chiesero a gran voce un cambiamento di rotta nel modo di amministrare una città ferma, ingessata, invecchiata, incapace di andare oltre la fine dell’epopea olivettiana per proporre alle nuove generazioni una speranza di futuro.
Di cambiamenti basati su politiche pubbliche innovative e partecipate, così come promesso a piene mani in campagna elettorale, non se ne sono visti e dove qualcosa è stato modificato lo è stato in peggio. Dopo una campagna elettorale basata su slogan e promesse improponibili (qualcuno ricorderà il fantomatico Palazzetto dello Sport), nei primi anni di governo, non avendo la benché minima conoscenza dei problemi della città, la Giunta ha tentato maldestramente di porre in essere qualcuna delle proposte scopiazzate dai programmi delle altre forze politiche finite in minoranza.
Salvo i primi mesi di mandato nei quali non sapevano letteralmente da che parte cominciare, e allora chiedevano consigli e qualche dritta, nel resto della consiliatura gli assessori, inizialmente supportati dalla maggioranza, hanno eretto un muro di incomunicabilità impostando il loro mandato in maniera personalistica curando il proprio orticello spesso senza avvisare nemmeno il Sindaco. Primo cittadino che spesso è parso vincolato da scelte che probabilmente non condivideva, ma che gli venivano imposte dai partiti che l’avevano candidato.
Ovviamente una situazione di questo tipo non può reggere a lungo e il Covid-19, con la lunga interruzione e sospensione della normale attività amministrativa, ha aiutato una maggioranza divisa su tutto a tirare a campare. Dalla ripresa dei lavori in presenza si sono cominciate a rilevare le prima crepe con prese di posizione estemporanee di assessori e/o consiglieri che, su determinati temi, si smentivano tra di loro. Volendo esprimere un giudizio sulla compattezza della maggioranza va detto che almeno in un caso, anzi in due, è stata granitica affossando due mozioni da noi presentate insieme ai colleghi di minoranza, la seconda delle quali sollecitata dai ragazzi di Friday for Future. Mozioni approvate in migliaia di Comuni italiani ed esteri che chiedevano semplicemente di riconoscere il fenomeno del cambiamento
climatico impegnandosi ad agire di conseguenza mettendo in atto azioni responsabili basate sulla sostenibilità e sulla sobrietà. È curioso di come un fenomeno ormai sotto gli occhi di
tutti e riconosciuto come il più grande problema della nostra epoca sia stato addirittura negato dalla maggioranza eporediese in quanto, secondo il loro parere, non riconducibile a cause antropiche.
In un clima sempre più teso all’interno della stessa maggioranza e man mano che si avvicinava la data delle elezioni, fissate al 14 e 15 maggio, abbiamo più volte detto che sarebbe stato opportuno ponderare bene le scelte, per lo meno quelle di una certa rilevanza,
che la Giunta avrebbe deciso di definire in extremis dopo aver avuto cinque anni di tempo per tentare di risolvere qualche problema.
Nonostante aver noi ribadito più volte l’opportunità di un certo fair play istituzionale alcuni assessori hanno invece cominciato una frenetica attività propagandistica finalizzata ad una mera ricerca di consenso della peggior specie ed ecco apparire, in un orizzonte temporale ormai limitato e in piena campagna elettorale, decisioni equivoche, discutibili e di dubbia legittimità.
La sensazione molto forte è che accortisi di non essere riusciti a portare a compimento molte delle promesse fatte con troppa faciloneria stiano cercando di appuntarsi qualche medaglietta forzando però tempi e procedure che andrebbero maggiormente condivise con il Consiglio
Comunale e con i cittadini. Giusto per citarne alcune che poi avremo modo di sviscerare più nel dettaglio ci riferiamo:

 alla volontà di approvare la variante al PRG in Giunta, senza alcuna ulteriore condivisione rispondendo alle osservazioni dei portatori di interessi in pieno dibattito preelettorale;

 all’assegnazione di spazi di proprietà comunale, dopo averle cacciate con motivazioni capziose, ad una serie di associazioni, ma senza un criterio logico e una scala oggettiva di priorità. Addirittura in un caso specifico sfrattando l’Auser (Associazione nazionale per l’invecchiamento attivo) dalla sede storica nonostante l’importanza sociale da questa svolta, comprese le centinaia di trasporti di anziani per visite ed esami;

 sempre in tema di assegnazione di spazi andrà verificata l’operazione di ristrutturazione del Castellazzo visto che non siamo a conoscenza di alcun progetto e di nessuna procedura di gara ad evidenza pubblica né per la progettazione, né per l’esecuzione dei lavori;

 alla volontà di far partire il complesso bando per l’affidamento della progettazione della nuova Biblioteca senza il necessario approfondimento e dibattito pubblico sulle proposte appena presentate dall’Alta Scuola Politecnica sul Polo Culturale di Piazza Ottinetti;

 alla decisione, incomprensibile, di non contribuire alla realizzazione della 43° edizionedell’Open Jazz sostituendola con due spettacoli gratuiti, e piuttosto onerosi, in pienacampagna elettorale.

 ultima, ma solo per questioni cronologiche, la voce che circola, da appurare, sull’estremotentativo della Giunta, dopo tutto il tempo e denaro pubblico spesi dietro inutili perizie, diinterrompere il progetto socio-culturale ZAC sviluppatosi negli anni all’interno deglispazi del Movicentro.

Che l’attuale Amministrazione non fosse in grado di governare la città con lungimiranza, capacità progettuale, equità, gestione del presente e visione del futuro, l’hanno capito in molti da tempo, ma che nel pieno della campagna elettorale tentassero di mettere in atto, in zona Cesarini, alcuni “colpi di coda” piuttosto discutibili è operazione che si potevano responsabilmente risparmiare.

Sono passati 10 anni da quando un gruppo di cittadini scontenti della situazione politica - in generale, ma con uno sguardo specifico all’amministrazione locale - ha dato vita a un gruppo di ispirazione civica che ha preso il nome di Viviamo Ivrea.
 Il nostro malcontento nasceva soprattutto dal fatto che i partiti politici, strutturati a livello nazionale, invece di ascoltare i cittadini ed elaborare in maniera trasparente e partecipata politiche pubbliche incentrate sul Bene Comune, si erano nel tempo trasformati in meri comitati elettorali in cui le decisioni venivano prese nelle segreterie.


Dopo una lunga serie di incontri con persone provenienti dalla società civile e riscontrando una condivisione di intenti che andava oltre la dicotomia destra/sinistra, si è così deciso di dare vita a una lista civica per presentarsi alle elezioni amministrative del 2013. Viviamo Ivrea riuscì a prendere già abbastanza voti da portare un proprio rappresentante in Consiglio Comunale. Chi segue le vicende politiche della città ricorderà che l’Amministrazione dal 2013 al 2018 è stata appannaggio del Partito Democratico, con il Sindaco Carlo Della Pepa al suo secondo mandato. Sono stati per noi 5 anni molto intensi durante i quali abbiamo imparato a conoscere il funzionamento della macchina pubblica. Fin da subito ci siamo posti come una forza di minoranza: non di “opposizione” a prescindere, ma valutando di volta in volta i provvedimenti portati in discussione e votazione dall’esecutivo, perseguendo quello che per noi è l'unica cosa fondamentale: l'interesse della collettività.
 Ciò che ci colpiva di quella amministrazione era l’incapacità o la mancanza di volontà di condividere - con la minoranza e con la cittadinanza - il dibattito sui temi di maggior rilevanza. Il nostro pensiero è sempre stato quello che quando si tratta di fare delle scelte che toccano i valori e l’etica non dovrebbero esistere, almeno a livello locale, posizioni ideologiche provenienti dall’alto: un rischio questo che nel caso di una forza civica, come la nostra, non esiste.
 Le nostre molteplici battaglie in quegli anni sono state sempre basate sull’analisi e la conoscenza dei temi trattati e hanno fatto sì che acquisissimo un bagaglio di esperienze che ha fatto crescere la nostra cultura politica, facendoci capire che un modo diverso di amministrare è possibile. Allora, così come ora.


Forti di questo percorso e avendo acquisito una certa autorevolezza e credibilità all’interno del panorama politico cittadino, nel 2018 abbiamo nuovamente partecipato alle elezioni, questa volta in coalizione con altri due gruppi politici cittadini. Abbiamo ottenuto un consenso fino a pochi anni prima impensabile, certificato dai quasi 2.000 elettori che si riconoscevano nelle nostre idee e proposte: il 18% dell'elettorato ha votato per noi. Abbiamo sempre fatto proposte finalizzate al futuro: ma sempre partendo dall'analisi del passato, almeno da quello più recente.
 Ma le elezioni di 5 anni fa sono state vinte da una coalizione di centro destra e con a capo un Sindaco che si dichiarava (e lo fa ancora oggi) più di sinistra che di destra, dal punto di vista degli ideali. Come era stato previsto fin da subito dagli osservatori più attenti, l'Amministrazione - che sta ora completando il proprio mandato - si è dimostrata fin da subito un gruppo eterogeneo e senza alcuna esperienza, che non ha certo vinto per i propri meriti, ma grazie ai demeriti dell’avversario diretto, che negli ultimi cinque anni aveva scontentato un po’ tutti. Nei mesi che ci separano dalle elezioni avremo modo di valutare nel dettaglio l’operato dell’Amministrazione uscente che lascia sul campo molte più incertezze di quella precedente.
 Con le elezioni del 2018, con il 18% di voti ottenuti, secondo un metodo di calcolo purtroppo poco rappresentativo, abbiamo portato in Consiglio Comunale un solo rappresentante. Questo nonostante avessimo ricevuto oltre il doppio dei voti della tornata elettorale precedente. Tuttavia, nell’ultimo quinquennio qualcosa di diverso c'è stato. La collaborazione con gli altri colleghi di minoranza è stata più marcata e proficua: abbiamo condiviso con loro una visione politica basata su valori e principi condivisi, ma soprattutto incentrata su nuove modalità di discussione.


Quest'esperienza ci ha quindi portato a iniziare un percorso di confronto comune per presentarci insieme alle elezioni amministrative che si terranno nella prima metà del 2023. Ci siamo a lungo confrontati sui contenuti e sugli elementi che avrebbero potuto risultare divisivi, proseguendo quel metodo di discussione alla pari già utilizzato nel corso di tutto il mandato.
 Chiusa positivamente questa fase di approfondimento, abbiamo deciso di creare una coalizione progressista e riformista con il Partito Democratico e Laboratorio Civico Ivrea, e che il metodo più democratico per individuare il candidato Sindaco di questa coalizione fosse un passaggio dai nostri potenziali elettori tramite delle primarie di coalizione.
 È così che domenica 26 febbraio dalle 8,30 alle 19,30 nei seggi di Sala S.Marta (in centro) e nei quartieri di Bellavista e S. Giovanni (presso i rispettivi centri civici) i cittadini eporediesi potranno manifestare la loro preferenza per il futuro candidato Sindaco della coalizione.

I tre candidati saranno l’autore di questo articolo, Francesco Comotto per Viviamo Ivrea, Matteo Chiantore per il Partito Democratico e Enrico Giacopelli per Laboratorio Civico.


I tre candidati individuati dai rispettivi gruppi hanno caratteristiche personali ed esperienze molto diverse anche se il compito di chiunque verrà scelto dagli elettori sarà quello di garantire l’attuazione del programma di coalizione condiviso.
È la prima volta che il candidato Sindaco di una coalizione viene individuato attraverso le primarie e noi crediamo, al di là del risultato finale, che questo sia un evento epocale per la politica cittadina e che potrà diventare un esempio da seguire anche in futuro, rendendo protagonisti i cittadini/elettori che potranno scegliere senza doversi vedere "imposto" un candidato dalle segreterie di partito.
Il nostro auspicio è che i cittadini e le cittadine, sempre più distanti da una classe politica che non li rappresenta, colgano l’occasione per diventare parte integrante di quel cambiamento che Viviamo Ivrea persegue fin dalla sua nascita partecipando numerosi a questo appuntamento e indirizzando con il loro voto le sorti della città futura.


La mia candidatura per la lista civica Viviamo Ivrea nasce dalla necessità di possedere, a nostro modo di vedere, un bagaglio di esperienza e di coerenza che il mio passato - 10 anni come Sindaco e 10 anni come Consigliere Comunale - è lì a testimoniare. Più che le parole io credo che siano gli atti e i fatti compiuti durante una ventennale attività di amministratore pubblico a parlare di me. Ivrea è una città dalle grandi potenzialità e credo fortemente che ci siano tutte le caratteristiche per poter mettere in atto le azioni necessarie a fare un salto di qualità nel modo di fare politica, più vicino alle persone, facendo rinascere una città sofferente, che deve ritrovare la capacità di guardare al futuro, ponendo le condizioni per trattenere qui le sue forze migliori e ritornare ad essere un punto di riferimento per il territorio.


Nato a Ivrea il 27-12-1963
Geometra e Dottore magistrale in Scienze del Governo e dell’Amministrazione
Già giocatore e capitano dell’Ivrea calcio per nove anni
Appassionato di montagna, fotografia, trail running e trekking.
Giornalista pubblicista

Dopo 10 anni di minoranza in una città governata prima dal centro-sinistra e poi dal centro-destra ci siamo convinti che per poter cambiare il modo di amministrare fosse necessario trovare dei compagni di viaggio con i quali condividere le modalità di fare politica che ci hanno animato in tutto questo tempo basate su: ascolto, competenza, trasparenza, partecipazione, esperienza, legalità, coinvolgimento dei cittadini, buone prassi. Sono, d’altronde, i binari sui quali si è mossa la nostra azione nei due mandati: mai un’opposizione sterile e preconcetta, ma la consapevolezza che essere “dall’altra parte” significa (o dovrebbe significare, se ti permettono di farlo) esercitare un’azione di controllo, di stimolo, di proposta, non essere un nemico a prescindere.
Abbiamo così avviato, alcuni mesi fa, un percorso capace di andare oltre le ideologie o i diktat di partito, con quei gruppi politici di area progressista che maggiormente si sono detti interessati mettendo senza timore sul tavolo del dibattito quegli elementi che avrebbero potuto essere anche divisivi. In questi mesi di confronto abbiamo riscontrato una buona capacità di risolvere in maniera condivisa i problemi e trovato una modalità di discussione replicabile anche in futuro se toccasse a noi amministrare la città. Piuttosto che dal nome del potenziale candidato Sindaco siamo quindi partiti dai contenuti, dai metodi e dai valori che dovranno contraddistinguere la nostra proposta politica. Non abbiamo fatto passi indietro rispetto alle nostre convinzioni e ai nostri principi, convinti di aver trovato degli alleati con i quali farne molti, assieme, d’ora in avanti. Perché questa città ha bisogno di guardare avanti e di rimettersi in cammino mettendo da parte anacronistiche e inconcludenti liturgie legate ad un passato che va tenuto in considerazione, ma superato.
Concluso questo percorso, che non era scontato in partenza, ci siamo detti che il candidato Sindaco avrebbe dovuto essere la persona più adatta a garantire l’attuazione del programma condiviso. A questo punto sono emerse delle legittime divergenze perché mentre qualcuno vede nell’esperienza amministrativa l’elemento più importante altri credono che sarebbe più utile un soggetto giovane o che non abbia avuto esperienza diretta come amministratore pubblico. Partendo da ciò abbiamo quindi pensato di far scegliere il candidato ai potenziali elettori, tramite delle primarie di coalizione. Questa scelta purtroppo ha causato un passo indietro da parte del Movimento 5 Stelle che, presumibilmente per decisioni nazionali, ha deciso almeno per ora di sfilarsi. Noi rimaniamo fiduciosi del fatto che, una volta individuato il candidato Sindaco, i 5 stelle troveranno il modo per riagganciarsi a quel percorso comune lungo e proficuo che ci ha visti marciare fianco a fianco e che ora sarebbe un peccato abbandonare.
Dopo aver deciso di partecipare alle primarie il gruppo di Viviamo Ivrea ha deciso che io sarei stato il candidato ideale per portare avanti, grazie all’esperienza fatta sul campo e con la coerenza e passione dimostrata nella mia attività politica a livello locale, il progetto programmatico condiviso dalla coalizione che contiene molti dei punti cardine da noi portati avanti fin dalle elezioni del 2013 e a seguire in quelle del 2018. Anche se sono consapevole della difficoltà del compito che mi aspetta, nel caso fossi io il prescelto, ho messo a disposizione della coalizione la mia candidatura convinto di poter apportare quel valore aggiunto, legato all’esperienza e alla conoscenza della “macchina pubblica”, necessario ad un cambiamento reale nel modo di fare politica in città facendo diventare Ivrea un esempio di buona amministrazione pubblica, innovativa, moderna, solidale, imperniata sul bene comune e sul ben-essere di tutti gli eporediesi.
Siamo convinti che questa coalizione abbia proposto ai suoi elettori una terna di candidati validi e qualificati. Molto diversi tra loro, per esperienza politica e personale: tre persone che rappresentano tre gruppi che in questi mesi hanno dimostrato ciò in cui noi crediamo da sempre e cioè che le differenze debbano essere opportunità di confronto e arricchimento reciproco per il bene della comunità eporediese.

Ecco il programma di coalizione di Viviamo Ivrea, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Laboratorio Civico Ivrea, per le elezioni amministrative che si terranno il 14-15 maggio 2023 nel Comune di Ivrea.

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Qui di seguito i link ai pdf dei casellari giudiziari e i curriculum vitae dei candidati della lista Viviamo Ivrea per le elezioni amministrative che si terranno a Ivrea il 14 e 15 maggio 2023.

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