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Lunedì, 19 Dicembre 2022 20:50

Ormai siamo ai container...

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Diverse volte abbiamo scritto dell’improvvisazione che spesso ha accompagnato le scelte dell’attuale amministrazione. Improvvisazione dovuta alla mancanza di programmazione e alla continua rincorsa all’emergenza senza una visione di medio e lungo termine. Purtroppo si tratta di uno schema che si ripete da qualche lustro come una stanca litania a causa dell’assenza di una classe politica adeguata ai tempi e incapace di mettere al centro del dibattito il bene comune e l’interesse pubblico piuttosto che quello privato. Siamo ormai in presenza di una politica di basso cabotaggio che cerca di accontentare ogni voce che si alza senza nemmeno preoccuparsi di verificare se le richieste sopraggiunte siano almeno di interesse collettivo.

 

L’avvicinarsi della tornata elettorale, che si terrà presumibilmente nella prossima primavera, sta accelerando questo fenomeno, soprattutto per mano di alcuni assessori, nel tentativo di compiacere ad alcuni settori economici piuttosto che a formazioni del terzo settore alla ricerca di mero consenso.

L’inesperienza dell’attuale maggioranza unita al rifiuto sistematico di un metodo di governo più partecipativo, trasversale e condiviso sta causando un imbottigliamento e aggrovigliamento dell’attività istituzionale che non è certo un bel segnale per i mesi che ci separano dalle elezioni.

Le divisioni all’interno della Giunta e l’inesistente dialogo tra l’esecutivo e il Consiglio Comunale stanno toccando vertici impensabili e in più di un’occasione sono volati gli stracci tra i membri della stessa maggioranza. Nei cinque anni passati l’attuale Giunta non ha mai ha dato l’impressione di essere costituita da una squadra coesa, ma da assessori che curano il proprio orticello senza uno straccio di disegno collettivo, senza un quadro o una visione di insieme aggravata dall’emergere di rivalità e dispute interne che di tutto si sono interessate meno che di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini.

Non parliamo poi del livello di comunicazione, praticamente inesistente, tra la Giunta e i consiglieri, con questi ultimi che evidenziano continuamente di venire a conoscenza delle decisioni dell’esecutivo dai giornali e non si tratta solo di quelli di minoranza, ma di tutti i consiglieri il che la dice lunga, molto lunga. Nell’ultimo Consiglio Comunale è stata addirittura presentata dai consiglieri di maggioranza una mozione che chiede la convocazione di una Commissione Cultura per conoscere l’utilizzo dei fondi assegnati al progetto: “Ivrea capitale del libro 2022”. Un chiaro attacco dall’interno all’Assessora alla Cultura Casali che denota con chiarezza come questo progetto da lei portato avanti con convinzione e impegno non sia troppo gradito ai più dalle parti della maggioranza.

In questo clima già di per sé piuttosto confuso e conflittuale ora si è aggiunta la ricerca spasmodica da parte di qualche assessore di chiudere istanze che si sarebbero dovute affrontare prima magari ascoltando le critiche e/o le proposte di una minoranza che ha sempre portato nelle sedi opportune il proprio contributo. Una di queste è certamente la Variante Generale al Piano Regolatore che trascinata stancamente e confusamente fino ad oggi, nonostante di tempo ce ne sia stato a sufficienza, ora vede un’inopportuna accelerazione che non consentirà un adeguato percorso partecipativo prima della sua eventuale approvazione preliminare.  La prossima amministrazione dovrà così portare avanti l’iter procedurale di una variante a metà del guado della quale magari non condivide la visione e le scelte strategiche e si perderà altro tempo per rimettere in carreggiata lo strumento di pianificazione che determinerà le sorti della città nei prossimi 10/15 anni.

Riguardo la comunicazione e la condivisione di temi di una certa rilevanza c’è tutta una lunga serie di questioni mai discusse in Commissione che i consiglieri si sono trovati all’improvviso sul tavolo del Consiglio come ad esempio la novità assoluta dell’inspiegabile acquisto di “container” da adibire ad archivio comunale per la non proprio modica cifra di 103.700 euro. La domanda che è stata reiterata più volte in aula durante l’assemblea, senza avere una risposta chiara, è il perché con quella cifra non si sia potuto sistemare uno degli edifici comunali non utilizzati oppure, se si tratta di una sistemazione temporanea, perché non si sia affittato per molto meno, uno dei tanti capannoni non utilizzati presenti in città. Rimane anche da capire dove questi scatoloni metallici verranno posizionati e se ciò sia compatibile con quella normativa urbanistica che i cittadini devono rispettare.

Un’ultima chicca uscita dalla Variazione di Bilancio presentata nell’ultimo Consiglio Comunale sono i 75.000 euro destinati alla “Rigenerazione del fabbricato del Castellazzo” che se di per sé potrebbe anche essere una bella iniziativa; sarebbe però utile capire a quale utilizzo verranno destinati quegli spazi e perché tale intervento di recupero di un immobile di proprietà comunale non sia mai entrato in nessuna programmazione pluriennale degli investimenti. Ovviamente anche per questa estemporanea proposta non esiste un progetto o per lo meno uno studio di fattibilità da valutare in Commissione.

Buttare troppa carne al fuoco a fine mandato senza un’adeguata programmazione è una modalità che preoccupa nell’ottica di una gestione oculata del bene comune anche perché questa non auspicabile eventualità potrebbe andare a discapito delle future amministrazioni indipendentemente dal loro colore politico.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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