Abbiamo più volte scritto in questo spazio di come il Consiglio Comunale eporediese abbia subìto, negli ultimi tre anni, una caduta di livello non indifferente e non solo nei contenuti, ma anche nella forma che, trattandosi di un organismo istituzionale, dovrebbe avere un suo peso.
Nell’ultimo Consiglio Comunale i presenti hanno assistito ad una scena che mai sei era vista, per lo meno negli ultimi 8 anni, durante una seduta dello stesso.
Ultimamente l’Amministrazione eporediese sta sfornando una serie di comunicati stampa che sfiorano il ridicolo. Accortisi del poco che è stato fatto fino ad ora, ad oltre tre anni dall’inizio del mandato, si cerca di dipingere un quadro inesistente mistificando pure la chiara evidenza dei fatti.
Se chiediamo alle prime persone che incontriamo per strada cosa ne pensano della politica probabilmente ci diranno che non interessa loro anche perché “tanto non cambia mai nulla”.
Nelle scorse settimane abbiamo evidenziato la scarsa o nulla programmazione dell’attuale amministrazione per ciò che riguarda le opere pubbliche comprese le manutenzioni. Va anche detto che le amministrazioni precedenti non si sono certo distinte su questo fronte tanto che dei due ultimi mandati si ricordano solamente il Ponte passerella, ereditato dalla precedente giunta Grijuela, il tanto discusso tratto di pista ciclabile in corso M. D’Azeglio e la disastrosa rotonda di piazza Balla che ha peggiorato una viabilità già caotica prima delle sua realizzazione.
La scorsa settimana abbiamo accennato alle cospicue risorse messa a disposizione dallo Stato per la ripresa delle città tramite l’assegnazione di “contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale”. Ne abbiamo parlato prima dello svolgimento del Consiglio Comunale di lunedi 31 maggio evidenziando alcune criticità riguardo le scelte dell’esecutivo. Riflessioni che avevamo anticipato fin dalla Commissione Assetto del Territorio e dalla successiva Conferenza dei Capigruppo, ma che, come al solito non sono state, nella sostanza, prese in considerazione.
Nel Consiglio Comunale di ieri, lunedi 31 maggio, sono stati presentati due importanti documenti, il conto consuntivo e una corposa variazione di bilancio. Entrambi delibere che confermano l’assoluta mancanza di programmazione da parte dell’attuale amministrazione.
Il tema di questo articolo avrebbe dovuto essere tutt’altro, ma l’ennesima inaccettabile tragedia accaduta domenica scorsa sulla funivia del Mottarone a Stresa non poteva venire sottaciuta unendoci al dolore delle famiglie di quelle vittime innocenti.
Tutti conoscono il motto che accompagnò e caratterizzò la rivoluzione francese: “Libertè, Egalitè, Fraternitè”, poi diventato il caposaldo di quello Stato Repubblicano, ma anche il grido di battaglia di tutti i popoli oppressi che si sono voluti emancipare nel corso del tempo da dittature o forme di potere assoluto.
Negli ultimi giorni hanno tenuto banco le esternazioni al concerto del 1° maggio di Fedez, noto cantante italiano nonché marito della influencer milionaria Chiara Ferragni. Il rapper nostrano ha lanciato due invettive ben distinte: una sul tentativo di censura della RAI alle sue parole e l’altra verso alcuni politici della Lega dei quali ha ricordato alcune vergognose dichiarazioni pubbliche di stampo omofobo mai smentite da chi le ha pronunciate e rimaste senza condanna dai vertici di quel partito.
Da mesi, fin dal precedente governo Conte, al quale non veniva perdonato nulla di ciò che ora viene invece concesso senza problemi di sorta a Draghi, si discute, a livello nazionale ed europeo, dell’ormai famoso Recovery Fund o per dirlo con un titolo più accattivante del Next Generation EU.
La politica nasce ad un certo punto dell’evoluzione umana per organizzare in maniera equa la società. Prima della sua esistenza la regolazione delle relazioni sociali avveniva soprattutto in base a rapporti di forza basati spesso sulla violenza. Altri elementi distintivi sono sempre stati la differenza di censo e di classe sociale senza la possibilità di passare dai livelli più bassi ai piani alti.