Da tempi non sospetti, antecedenti l’emergenza sanitaria, chiediamo, come lista civica, a questa Amministrazione di concretizzare quel cambiamento tanto sbandierato in campagna elettorale. Sono ormai passati quasi due anni dal cambio epocale al governo della città, ma di differenze sul modo di amministrarla proprio non se ne vedono, anzi, in certi frangenti va peggio di prima.
La scorsa settimana, in occasione delle prime aperture della fase 2, abbiamo provato a evidenziare alcune delle opportunità che questa pandemia ci ha messo sul piatto. Passata la fase emergenziale, oltre a fare di tutto perché il contagio non riparta, dovremo necessariamente guardare avanti, ma per fare questo servirà avere una visione della società del futuro radicalmente diversa da quella alla quale, da troppo tempo, ci eravamo abituati e assuefatti.
Lettera aperta al Consiglio Comunale di Ivrea e agli Amministratori dell’Area Omogenea 9
La politica locale ai tempi del Coronavirus
“Non torniamo alla normalità perché la normalità è il problema”
Ieri 4 maggio, seppur con qualche mugugno, è iniziata la lungamente attesa Fase 2 che di fatto apre, seppur parzialmente, le porte di casa a milioni di italiani dopo settimane di isolamento forzato a seguito del lockdown messo in atto dal Governo per arginare l’avanzata del coronavirus.
... Sarebbe drammatico riscontrare tra vent’anni, come è successo per l’amianto, che ciò che oggi non abbiamo sufficientemente valutato si è poi rivelato dannoso per la salute delle donne e degli uomini di domani.
Il 10 marzo, quando eravamo ancora nelle prime fasi di isolamento sociale, esprimevamo, in questa stessa rubrica settimanale, l’auspicio che l’arrivo di questo virus sconosciuto avrebbe potuto farci prendere coscienza dei tanti errori che, come comunità globale, stavamo commettendo.
Siamo tutti consapevoli che l’estensione delle restrizioni finalizzate al contenimento del contagio da covid-19 ci terrà chiusi in casa almeno fino al 3 maggio.
Non potendo far altro che parlare dello tsunami socio-sanitario che sta attraversando la nostra distratta, almeno fino al 2019, società contemporanea basata sul consumo e sul denaro proviamo a guardare a un aspetto meno trattato in questo periodo, ma necessario soprattutto in vista dell’agognata fase 2.
La Natura mi ha inviato un messaggio che voglio condividere con voi. Non sono un privilegiato, sono un naturalista e tutti i naturalisti possono conversare con il loro nume tutelare, così come i religiosi dialogano con il loro Dio.
Guardando i TG nazionali veniamo a conoscenza dei dati di Londra o di New York più che di quelli di Torino e della Regione Piemonte. Non parliamo poi dell’informazione “ufficiale” a livello locale praticamente inesistente. Fin dall’inizio della crisi abbiamo chiesto che venissero forniti i dati relativi al coronavirus dell’Ospedale di Ivrea suddivisi per Comune, ma ci è stato detto che l’Unità di Crisi ha deciso di non fornirli salvo comunicare ai singoli Sindaci i casi di nuovi positivi nel proprio Ente.
L’auspicio del titolo, senza il punto interrogativo finale aggiunto da chi scrive, che gira da qualche settimana sui social e scritto sui balconi o dalle finestre di intere famiglie barricate in casa senza nemmeno la possibilità dell’ora d’aria è ovviamente declinato al futuro.
Da giorni sentiamo ripetere questa frase e man mano che passa il tempo sempre più persone si dicono convinte che questa pandemia cambierà in maniera radicale il nostro modo di vivere. Questa prova tremenda sta mettendo l’intero globo di fronte alla constatazione che la società nella quale viviamo forse non sia così evoluta come l’abbiamo sempre creduta.