Come abbiamo più volte scritto e detto, anche nelle sedi istituzionali, quella che doveva essere l’amministrazione del cambiamento ha prodotto un gran numero di proclami, ma, a tre anni dall’insediamento, ben poche realizzazioni concrete per ciò che riguarda gli investimenti. Non certamente meglio sono andate la manutenzione ordinaria e la gestione della spesa corrente nonostante la pandemia, oltre a generare qualche voce straordinaria di costo, compensata da ingenti fondi statali, ha liberato parecchie risorse a causa delle attività programmate e messe a bilancio che non si sono potute realizzare. Volendo fare un esempio, il mancato svolgimento del Carnevale ha fatto risparmiare alle casse comunali circa 300.000 euro di costi diretti senza contare l’impiego e i relativi costi del personale, delle attività collaterali e delle strutture messe a disposizione della manifestazione. Certamente sarebbe stato meglio poter svolgere la festa simbolo della Città, ma visto che era ben chiaro che non si sarebbe potuta effettuare non si potevano impegnare quelle risorse per interventi nel campo della cultura e del turismo?
Siamo sempre in modalità navigazione a vista e non essendoci una visione complessiva sul futuro della città si procede in maniera estemporanea con mirabolanti proclami di investimento che cadono puntualmente nell’oblio. Pochi giorni fa è apparso su alcuni giornali l’annuncio che una pioggia di denaro sarebbe arrivata in città grazie ai fondi stanziati dal DPCM cosiddetto sulla “rigenerazione urbana”. Va evidenziato che questo provvedimento è datato 21 gennaio 2021 anche se è poi stato definitivamente pubblicato in Gazzetta ufficiale il 6 marzo scorso con la scadenza per i Comuni di presentare domanda entro il 4 giugno. Visto che, come sempre, si arriva all’ultimo a presentare in Consiglio Comunale la documentazione necessaria per richiedere i contributi viene da chiedersi quale sia stato il percorso messo in atto dalla Giunta per individuare le opere da realizzare che fossero maggiormente coerenti con quanto richiesto dal DPCM stesso il cui titolo completo è: “Assegnazione ai comuni di contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale”.
Diciamo questo perché nonostante la continua e pressante richiesta di coinvolgimento della minoranza, soprattutto per questioni di rilevanza strategica per la città che vanno oltre l’attuale mandato amministrativo, la condivisione del pacchetto praticamente pre-confezionato è avvenuta solamente tramite una Commissione consiliare convocata ad hoc, ma senza la possibilità concreta di poter apportare delle modifiche di rilievo.
Riguardo l’elenco di interventi prospettati dall’esecutivo in Commissione sono state poste diverse questioni e proposte alternative a detta nostra maggiormente rispondenti alle linee guida del DPCM, ma i tempi ristretti e la mancanza assoluta di una progettualità interna hanno fatto sì che la proposta rimanesse sostanzialmente invariata.
Con questa opportunità si è evidenziata ancora di più l’assenza di una programmazione. Abbiamo passato il 2019 sentendoci dire dalla nuova maggioranza che erano inesperti e che dovevano capire il funzionamento della macchina pubblica, il 2020, ci è stato detto, sarà l’anno delle progettazioni così da avere la possibilità dal 2021 di aprire cantieri in ogni dove. Ora leggendo il nuovo piano triennale presentato con la variazione di bilancio nell’ultimo Consiglio si apprende che di questi fantomatici 5 milioni, che verranno erogati solamente fino ad esaurimento dei fondi (150 mln a livello nazionale per il 2021), prevede la realizzazione di opere solamente a partire dal 2022, con 1 mln di euro, e la rimanenza nel 2023 anno in cui ci saranno le elezioni amministrative.
Questo perché i famosi progetti nel cassetto non c’erano e perché questa amministrazione non ha mai detto chiaramente quali opere reputasse veramente strategiche per il quinquennio 2018-2023. E così la programmazione è in continuo divenire e si modifica ad ogni piè sospinto in base alle richieste più svariate disperdendosi in una serie di fondi a pioggia alla ricerca di consenso, ma mai senza un filo conduttore che sappia guardare al medio e lungo termine.
Ad esempio visto che una delle attività finanziate è quella della mobilità sostenibile il nostro gruppo ha espresso la richiesta di poter lavorare in maniera concreta e con i fondi sufficienti sul Piano di mobilità, realmente sostenibile, che la città aspetta da anni. Un piano che contempli la viabilità in città, ma che consideri il territorio contermine finalizzandolo alla riduzione del traffico e dell’inquinamento e alla messa in sicurezza di percorsi per pedoni e ciclisti. Un progetto che parta dalla ferrovia fino a riconsiderare completamente l’attuale sistema di trasporto pubblico su gomma e che eviti nuove colate di cemento/asfalto o buchi nella roccia come il tunnel di Montenavale datato di svariati decenni e non più attuale.
In conclusione: progettualità, programmazione a breve, medio, lungo termine, ottimizzazione delle risorse con un attento monitoraggio delle entrate e delle spese, capacità di investimento dei fondi disponibili; l’esatto contrario di ciò che abbiamo visto in questi primi 3 anni di nuova amministrazione.