Una su tutte il fatto che i contributi, come dice chiaramente il titolo del bando, devono essere volti alla “riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale” e quindi il pensiero va subito alle aree più periferiche meno dotate di servizi pubblici e spazi di socializzazione adeguati. Ci pare quindi pertinente l’iniziativa sugli “orti urbani”, anche se secondo noi sarebbe stato meglio non incentrarla su una sola area della città, ma approfittare degli ingenti fondi per replicarla anche in altre zone periferiche così da non creare disuguaglianze di trattamento tra un quartiere e l’altro. Per ciò che riguarda invece le altre opere proposte la caratterizzazione “sociale” fatichiamo a vederla e quella più onerosa, la sistemazione dei bastioni del castello, non è certo destinata a rigenerare un’area periferica.
D’altra parte quando si arriva sempre all’ultimo momento a valutare possibili interventi, anche di rilievo, senza avere un minimo di progettualità e di programmazione è facile capire il perché di questa mancanza di dibattito pubblico e di coinvolgimento del Consiglio Comunale.
Ci tiriamo infatti dietro fin dall’inizio dell’attuale mandato amministrativo uno strano modo di amministrare la città nel quale la Giunta decide per tutti anche su argomenti di competenza del Consiglio come i bilanci, gli investimenti, la pianificazione urbana, le strategie e le linee di indirizzo, tutti argomenti di grande respiro e importanza che meriterebbero una maggior attenzione e condivisione.
La scarsa considerazione nei confronti del Consiglio Comunale l’abbiamo toccata con mano nell’ultimo anno e mezzo durante il quale le sedute non si sono svolte in presenza, come facevano la gran parte delle città della nostra grandezza, ma tramite sfiancanti e inutili sedute in chat davanti a un video. Consigli comunali al limite della legittimità con persone collegate dai luoghi più svariati, qualcuno dall’auto (alla faccia della sicurezza stradale), nei quali addirittura alcuni consiglieri non erano visibili in video ed apparivano magicamente al momento delle votazioni per poi scomparire fino alla votazione successiva.
Sarebbe bastata un po’ di buona volontà per trovare una sede alternativa visto che era chiaro che la pandemia non sarebbe scomparsa all’improvviso, ma sono sempre state accampate mille scuse sulla non adeguatezza delle soluzioni da noi proposte. Uno dei luoghi ipotizzati prevedeva l’utilizzo degli ampi spazi del Polo Universitario dove, guarda un po’ il caso, si è svolto il Consiglio Comunale del 31 maggio smentendo seccamente la non adeguatezza di quegli spazi.
C’è un limite a tutto, a maggior ragione su questioni istituzionali, ma qui ad Ivrea pare non venga mai raggiunto e si cade sempre più in basso. Nella penultima seduta, ancora in chat, riscontrando la mancanza su una delibera del parere tecnico abbiamo chiesto se tale parere fosse obbligatorio. La risposta è stata che il parere è obbligatorio salvo che per le delibere di mero indirizzo e quella non lo era. E quindi? E’ accaduto qualcosa? Assolutamente nulla, avanti tutta.
Quando si pensa di averle già viste tutte ecco che arriva il Consiglio Comunale del 31 maggio il cui Ordine del Giorno prevedeva alcune delibere di grande importanza anche per le cifre in gioco: due cospicue variazioni di bilancio e il conto consuntivo del 2020 la cui pubblicazione ha evidenziato un elevato avanzo di amministrazione che dimostra la mancanza di progettualità e di visione e l’incapacità conseguente nello spendere i soldi a disposizione.
Proprio durante la presentazione da parte dell’assessora al bilancio del conto consuntivo si è visto uno strano fuggi fuggi dall’aula da parte dei componenti della maggioranza tanto che a un certo punto del dibattito era rimasti in 2! Essendo assenti in quel momento anche il Sindaco e il Presidente del Consiglio non c’era nemmeno il numero legale, ma la seduta è andata avanti come se niente fosse almeno fino a quando, appena rientrato il Sindaco, è stato chiesto se tutto ciò fosse normale così che dopo un breve conciliabolo con la Segretaria generale si è deciso per una pausa di venti minuti. E’ stato anche rimarcato come un tale comportamento generalizzato mancasse di rispetto, oltre che all’istituzione rappresentata e quindi ai cittadini, anche all’assessora al bilancio che stava esplicitando numeri e conti di non certo facile lettura, ma tant’è, questo passa il convento. E poi ci si stupisce se il dibattito in Consiglio si riduce ad un batti e ribatti tra la minoranza ed alcuni assessori. Ora passi per l’inconsistenza dell’attuale maggioranza, soprattutto dal punto di vista dei contenuti, ma almeno un minimo di rispetto delle leggi e delle regole sarebbe il caso diventasse la norma e non l’eccezione.