Lo abbiamo detto e ripetuto allo sfinimento nella campagna elettorale che ha preceduto le elezioni del 2013: “Andiamoci piano a promettere opere pubbliche fantasmagoriche. Se si conosce il trend storico, e quindi la reale disponibilità di risorse nel bilancio della città, non si possono creare aspettative di fatto irrealizzabili”.
La situazione in città da parecchio tempo è talmente fluida che diventa difficile stare dietro alle molteplici criticità che quotidianamente si aggiungono ai tanti problemi già esistenti. Sono passati quattro anni dall’inizio del mandato amministrativo e sentire ancora oggi alcuni componenti di maggioranza, privi di argomentazioni serie, giustificare ogni problema attribuendone la colpa “a chi c’era prima” ci pare un esercizio sterile e quanto mai inopportuno giunti ad un solo anno dalle prossime elezioni.
La settimana scorsa scrivevamo dell’assenza della Politica, quella con la “P” maiuscola, da quel dibattito pubblico che dovrebbe portare i potenti della Terra a prendere decisioni importanti per garantire la vita e il benessere di tutti sul Pianeta.
Viviamo un tempo che mai ci saremmo immaginati di vivere anche solo una decina di anni fa. A dirla tutta molte delle emergenze che oggi stanno modificando le nostre vite, dai cambiamenti climatici alle pandemie, dalle guerre all’aumento esponenziale della povertà in tutto il Globo, sono state ipotizzate come molto probabili da molte persone, gruppi, associazioni, ma per nulla considerate dalla politica.
L’ultimo Consiglio Comunale della settimana scorsa ha evidenziato per l’ennesima volta l’impoverimento del dibattito politico, anche a livello locale. Purtroppo da anni assistiamo passivamente ad uno stravolgimento radicale del funzionamento di quel “sistema democratico” definito da quella Costituzione Italiana che, riletta oggi, assume sempre di più un valore incommensurabile svilito nel tempo dalla pochezza dei rappresentanti politici degli ultimi decenni.
Abbiamo sentito queste parole come un mantra nei due anni di pandemia ed ora che, almeno in apparenza, l’emergenza sembra finita entriamo in un’altra emergenza altrettanto grave come una guerra che mette in contrapposizione ciò che è rimasto dell’impero sovietico e la NATO che ci fa ripetere la stessa constatazione: nulla sarà più come prima.
Nell’ultimo Consiglio Comunale è stato presentato un Ordine del Giorno dal titolo: “Sensibilizzazione da parte delle istituzioni al fenomeno delle molestie sessuali collettive (taharrus jama’i)” sottoscritto dai capigruppo della Lega, Anna Bono, del gruppo misto, Maria Piras e di Insieme per Ivrea, Donato Malpede.
Nell’ultimo Consiglio Comunale abbiamo presentato, tra le altre cose, una mozione sul decoro urbano e quindi, in particolar modo, sul contrasto all’abbandono di quei rifiuti: mozziconi, cartacce, chewing gum, mascherine, piccoli oggetti e molto altro che, purtroppo, vediamo sempre più spesso gettati in strada, aree verdi e nei luoghi più disparati della città. A questo tipo di rifiuti possiamo aggiungere gli escrementi animali che, soprattutto nei parchi e giardini pubblici, spesso abbondano. Certo basterebbe una maggiore dose di civismo, purtroppo la situazione reale ce l’abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi … o sotto le scarpe.
Sabato scorso, 22 gennaio, si è celebrato il primo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari adottato dalle Nazioni Unite.
Abbiamo appreso dai giornali dell’appello di 7 sindaci, tra cui quello di Ivrea, alla Città Metropolitana di Torino e alla Regione Piemonte per chiedere una deroga alle limitazioni del traffico scattate per l’eccessivo tasso di inquinamento dell’aria nelle loro città. Si tratta di un’iniziativa quantomeno singolare che la dice lunga su quanto vengano prese sul serio le problematiche sanitarie legate all’aria sempre più irrespirabile che quotidianamente ammorba i centri urbani, soprattutto nelle ore di punta, con continui e massicci sforamenti di svariati parametri tra i quali spiccano le polveri sottili altresì definite particolato atmosferico.
Con l’arrivo del 2022 siamo praticamente arrivati a due anni dall’inizio della pandemia senza che l’evoluta società globale sia riuscita a trovare una soluzione per sconfiggere Covid 19.
Difficilmente il prossimo anno sarà “tre volte Natale e festa tutto il giorno” come cantava il buon Lucio Dalla in una sua famosissima canzone. Dopo due anni di pandemia e nonostante restrizioni, chiusure e riaperture questo fine 2021 non promette nulla di buono con una preoccupante ripresa dei contagi. Non vogliamo però con questo articolo aggiungere la nostra voce alle tante che ormai quotidianamente si pronunciano, spesso a sproposito, sul tema Covid 19 perché se una cosa l’abbiamo capita è che la comunicazione e l’informazione ufficiali in questi ultimi due anni non sono state in grado di dare ai cittadini delle risposte chiare alle tante domande che ognuno di noi si è posto e si pone e quindi è meglio non aggiungere confusione a confusione.
E’ dai tempi della precedente amministrazione 2013-2018 che sosteniamo la necessità di mettere mano pesantemente ad una revisione generale dell’attuale Piano Regolatore Generale.