La settimana scorsa abbiamo evidenziato, per l’ennesima volta, di come il “cambiamento” promesso dall’attuale maggioranza di governo cittadino non si sia finora visto ed anzi, su alcuni temi di interesse generale, la situazione si può dire pure peggiorata.
Certo che noi italiani siamo proprio un popolo strano. Potremmo vivere bene, anzi benissimo, tutti, ma proprio tutti, solo utilizzando in maniera sostenibile ciò che il nostro Paese naturalmente ci offre e invece preferiamo scimmiottare gli altri, spesso importandone le abitudini peggiori.
I lettori che seguono le vicende della politica cittadina ricorderanno che nella campagna elettorale dello scorso anno tutte le forze scese in campo, compreso chi aveva governato la città negli ultimi decenni, si sono prodigate a promettere, in caso di vittoria, un cambiamento o comunque un cambio di passo nei confronti del passato.
Passi che proporre un cambiamento da parte delle forze che prima sedevano nei banchi della minoranza faccia parte delle normali dinamiche elettorali però bisogna anche dimostrare poi, nel caso di vittoria, di sapere e di volere mantenere le promesse fatte ai cittadini; soprattutto ora che è passato quasi un anno dalle elezioni.
In un precedente articolo facevamo notare una delle particolarità negative dell’attuale modo di concepire la politica e cioè l’abitudine di considerare sbagliato tutto ciò che la parte avversa fa o non fa. Se fa, avrebbe dovuto farlo diversamente, se non fa, avrebbe dovuto agire più tempestivamente. Noi da sempre ci dichiariamo avulsi da questo modo di concepire la politica per il semplice motivo che se un’azione proposta dalla maggioranza è finalizzata al miglioramento della città e del livello di benessere dei cittadini non c’è nessun motivo per non appoggiarla, indipendentemente dal colore politico dei proponenti.
I lettori eporediesi certamente sono a conoscenza dell’esistenza della Fondazione Guelpa. Un istituto creato nel 2005 per concretizzare le volontà testamentarie della benefattrice signora Lucia Guelpa deceduta nel 2003. Si legge sul sito internet della Fondazione stessa: “Prima della sua morte Lucia Guelpa, nel suo testamento, legò al Comune di Ivrea i propri beni e, alla sua morte, avvenuta nel 2003, la Città di Ivrea si trovò così erede della collezione Croff di dipinti, di un appartamento a Ivrea e di un consistente capitale destinato a realizzare un’opera durevole di cultura, con interventi di potenziamento della Biblioteca civica e di miglioramento della fruibilità del Museo Garda”.
In tempi di crisi si dovrebbero ridurre consumi e spese ed invece ad Ivrea sta accadendo un fenomeno singolare: scompaiono enti, istituzioni, servizi pubblici.
Volendo citarne qualcuno: l’Agenzia delle Entrate si trasferirà, fino a data da destinarsi, a Ciriè. Motivo del trasloco: l’amianto. E se ne accorgono solo ora? Ricordiamo che si tratta di edifici olivettiani parzialmente ristrutturati prima di essere utilizzati come uffici. Allora l’amianto non c’era?
Qualche anno fa abbiamo perso, in cinica sequenza, i corsi universitari del Politecnico, di Scienze Politiche e di Scienze della Comunicazione. Ha parzialmente fermato l’emorragia l’insediamento di un corso di laurea triennale in Scienze infiermeristiche anche grazie ad un ente creato appositamente per studiare nuovi possibili insediamenti universitari, master, corsi specialistici, ecc.: l’Associazione per gli insediamenti universitari. Ora dopo cinque anni di sostanziale inattività i responsabili di tale inerzia ne chiedono la chiusura.