L’eccessiva numerosità, come ampiamente previsto e segnalato già in Conferenza dei capigruppo da parte della minoranza, non ha considerato inoltre il fatto che ci fosse in discussione il Bilancio di previsione che è il documento di programmazione più importante che un’Amministrazione deve varare nel corso dell’anno. Al bilancio e alle delibere propedeutiche sono stati aggiunti, incomprensibilmente, ben sette regolamenti alcuni dei quali di una certa rilevanza e corposità. Peraltro le modifiche regolamentari non hanno una scadenza e perciò si sarebbero potute affrontare, con un minimo di organizzazione dei lavori, in un altro momento, ma non certo insieme al bilancio che solitamente occupa, e meriterebbe, un’intera seduta consigliare.
I dubbi segnalati dalla minoranza si sono purtroppo materializzati con una seduta iniziata alle 14,30 e finita a notte fonda poco prima delle 3 del mattino dopo. Se poi aggiungiamo che per l’ennesima volta la seduta si è svolta in videoconferenza, per la mancanza di volontà da parte della maggioranza di trovare un’alternativa, assolutamente possibile, si può facilmente immaginare la qualità del dibattito politico e democratico in città da almeno un anno a questa parte. Lasciamo al lettore il giudizio sul grado di concentrazione dei consiglieri, dopo una decina di ore davanti a un video, soprattutto in merito al bilancio che occupava il 15° punto dell’elenco.
Come sarebbe stato opportuno dedicare una maggiore attenzione al bilancio, uguale impegno si sarebbe dovuto riservare ai regolamenti. È da anni che chiediamo vanamente di mettere mano ai regolamenti, a partire da quello del Consiglio Comunale, e tutto d’un tratto ne vengono modificati ben sette, ma senza alcun serio quanto auspicabile percorso partecipativo. Va evidenziato che alcuni regolamenti contano oltre cento pagine ed hanno continui rimandi alle leggi nazionali, regionali o a norme comunali per cui non si tratta di documenti di facile lettura che meriterebbero un grado di approfondimento e di elaborazione certamente maggiore che quello possibile in una seduta fiume del Consiglio comunale.
Venendo al bilancio che, a differenza di quanto promesso subito dopo l’insediamento, non ha avuto nessun percorso partecipativo, si tratta di un documento che denota una mancanza di visione e di programmazione soprattutto nel medio e lungo termine. La presentazione è parsa più confacente ad un consuntivo puntando più a evidenziare quanto fatto nel recente passato piuttosto che spiegando quello che si pensa di fare nel futuro prossimo. L’assessora al bilancio ha più volte rimarcato che, a detta loro, molte delle cose che vorrebbero fare non riescono a farle a causa dell’eredità lasciata dalla precedente amministrazione. Probabilmente qualcuno ha la memoria corta perché proprio in campagna elettorale noi abbiamo sempre detto, responsabilmente e consapevolmente, che le possibilità di investimento erano ridotte e che si sarebbe dovuto fare delle scelte mentre qualcuno prometteva palazzetti dello sport e altre amenità in maniera evidentemente convincente tanto da vincere le elezioni. Dopo quasi tre anni di governo cittadino ci si accorge che dal dire al fare …
Basta uno sguardo al Piano triennale degli investimenti per capire che qualcosa non torna perché a fronte degli oltre 5 milioni di euro previsti per il 2021 se ne trovano solamente uno per il 2022 e un altro per il 2023. Questa differenza è dovuta al recepimento delle risorse necessarie per poter finanziare le opere e non sarà un caso che quest’anno, nonostante l’averlo esplicitamente richiesto, non ci è stato trasmesso il consueto schema con le opere previste e le corrispondenti previsioni di entrata. Sapendo che la capacità ordinaria di investimento è decisamente più bassa di 5 milioni di euro immaginiamo che siano stati messi in entrata possibili contributi provenienti da enti superiori, tutti ipotetici, oltre ingenti incassi derivanti dall’alienazione di immobili; operazione, quest’ultima, già tentata anche negli anni precedenti, ma con scarsi risultati. A questo riguardo abbiamo appreso che la Giunta ha deciso di mettere in vendita l’ex edificio della Banca d’Italia, dove oggi c’è l’anagrafe, senza preoccuparsi di chiedere il parere dei consiglieri comunali visto che si tratta di un edificio storico di rilevante valenza architettonica.
Nel corso del dibattito consiliare abbiamo formulato diverse domande e sviluppato diverse considerazioni, ma senza ottenere risposte puntuali e soddisfacenti.
Operando in questo modo sommario e limitandosi a rincorrere le emergenze molte delle opere promesse non sono state realizzate e qualcuna è addirittura sparita dai radar almeno per i prossimi tre anni come il palazzetto dello sport, la riqualificazione di palazzo Giusiana, la sistemazione e messa in sicurezza dell’area mercatale, ogni traccia di piste ciclabili, la messa in sicurezza del Terzo Ponte giusto per citare le più evidenti.
Molta enfasi è stata posta sul finanziamento dei lavori per la messa in sicurezza della Biblioteca per l’ottenimento del Certificato Prevenzione Incendi, ma andrebbe anche ricordato che si tratta di lavori necessari quanto obbligatori ai sensi di legge per poter tenere aperta la struttura. Questione da noi posta da anni già alla precedente Amministrazione, che si è dimostrata totalmente inadempiente, e che ora viene finanziata, ma solamente per un primo lotto di lavori, peraltro spalmato su due anni.
In conclusione, da una lettura incrociata del DUP (Documento Unico di Programmazione) e degli allegati al Bilancio emerge, come detto in precedenza, l’assenza di programmazione e di un disegno organico che sappia tenere conto delle necessità del presente, ma con una proiezione nel medio e lungo termine. Se una tale carenza si poteva accettare all’inizio del mandato oggi la situazione, passati quasi tre anni dall’insediamento, comincia a diventare preoccupante.