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Venerdì, 24 Settembre 2021 13:49

Il segreto di Pulcinella

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Scrivevamo la scorsa settimana che alcune decisioni prese ultimamente dalla Giunta eporediese su alcuni beni del patrimonio immobiliare pubblico si sono portate appresso molti dubbi e perplessità. Uno fra tanti quello della poca trasparenza nella descrizione dei fatti e riguardo i processi decisionali che hanno portato ad assumere provvedimenti che, in taluni casi, ci sono parsi eccessivi e comunque penalizzanti soprattutto per i fruitori di tali strutture.

 

L’ultimo in ordine di tempo è lo sgombero dei locali di uno dei due edifici dell’ex caserma Valcalcino in via Dora Baltea. Il fabbricato interessato è quello a nord nel quale hanno sede diverse associazioni, un certo numero di aule del CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) oltre una delle due Direzioni didattiche eporediesi.

Avevamo già evidenziato che la caratteristica che accomuna queste decisioni è che sono state assunte sulla base di documenti datati, anche oltre dieci anni, per i quali nessuno aveva attivato dei provvedimenti così drastici come quelli che ora si stanno prendendo. Non entriamo nel merito su chi abbia agito correttamente o meno che non è compito nostro, ma da amministratori responsabili vorremmo che chi di dovere spiegasse ai cittadini se si è trattato di leggerezza prima o di un’esagerazione interpretativa oggi. Perché una soluzione esclude l’altra e se si fosse agito con superficialità in precedenza vuol dire che per oltre dieci anni in quei locali sono passate centinaia di persone non avvisate di un potenziale rischio per la loro incolumità.

Ma andiamo con ordine, perché si è arrivati a questa situazione? Diciamo ovviamente ciò che sappiamo e che ci è stato detto come forza di minoranza, tutto il resto lo abbiamo appreso da indiscrezioni circolanti in città. In vista della scadenza di alcuni comodati d’uso delle associazioni presenti nell’edificio sono emersi dagli archivi dell’Ufficio tecnico comunale dei documenti risalenti a una decina di anni fa elaborati a seguito di un approfondimento dell’Amministrazione di allora per valutare il possibile trasferimento in quel luogo degli uffici comunali. Tra questi documenti si trova una perizia finalizzata a verificare la sicurezza degli immobili dal punto di vista statico. L’interesse di allora cadde soprattutto sull’edificio sud, quello oggi non utilizzato, e su questo vennero effettuate le prove di carico e le verifiche utili all’espletamento dell’incarico ricevuto. In maniera quantomeno inedita nelle conclusioni il perito ritenne che quanto verificato nell’edificio sud potesse ritenersi valido anche per quello nord (stessa sagoma dell’edificio, stessa tipologia costruttiva, ecc.) nonostante lo stesso fosse stato oggetto di interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento degli impianti. Pur non essendo esperti in materia possiamo dire che questa formulazione “per analogia” poteva forse andare bene per le finalità di allora, ma oggi, prima di prendere decisioni drastiche si sarebbe dovuto procedere, a nostro modo di vedere, con la redazione di una perizia aggiornata, ma soprattutto effettuata sull’edificio sud attualmente utilizzato.

Per raccontarci queste cose è stata convocata in fretta e furia una conferenza dei capigruppo, ma solo dopo aver già sentito le associazioni e le scuole e con la notizia già apparsa sui giornali locali. In questa capigruppo non ci è stato fornito alcun documento e ci è stato detto che l’eventuale ordinanza di sgombero dei locali l’avrebbe emessa il Dirigente dell’ufficio tecnico e non il Sindaco. Visto il contesto ed il fatto che le decisioni sul da farsi erano già state prese non si capisce la necessità di convocare una Conferenza dei Capigruppo che è un organo prettamente politico e non può certo giudicare, non avendone competenza, un atto meramente tecnico come quello emesso da un dirigente. Nonostante questo non ci siamo sottratti al dibattito ed abbiamo chiesto di poter leggere la perizia, condividendola con esperti in materia, per poter esprimere una valutazione di merito e ci è stato assicurato dal Sindaco e dal Presidente del Consiglio che tale documento ci sarebbe stato consegnato la mattina seguente. Abbiamo altresì consigliato al Sindaco di procedere subito con una nuova perizia e far valutare, nel contempo, dal personale tecnico l’eventuale pericolosità dei singoli locali accertandosi dell’inesistenza di pericoli immediati prima di mettere in difficoltà associazioni, scuole e centinaia di persone per trasferire sede, arredi, attrezzature, documenti e tutto quanto accumulato in decenni di attività in quei luoghi.

Ma come dicevamo le decisioni erano già state prese e a nulla sono servite le nostre proposte evidenziando in tal modo l’inutilità di riunire i capigruppo per effettuare una semplice comunicazione. Questo ennesimo scivolone la dice lunga sulla considerazione che l’attuale maggioranza ha delle forze di minoranza.

E fino a qui la cronaca dell’ennesima discutibile decisione presa in autonomia dall’esecutivo senza il minimo coinvolgimento della minoranza, ma a questo ormai ci siamo abituati. La cosa grave, dal punto di vista amministrativo, è poi avvenuta nei giorni seguenti quando in una laconica mail ci veniva comunicato che la documentazione dovuta, e promessa, non ci sarebbe stata trasmessa tramite PEC, ma avremmo dovuto ritirarla presso gli uffici sottoscrivendo una fantomatica dichiarazione di riservatezza. Abbiamo anche saputo che gli stessi documenti non sono stati trasmessi neanche ai giornali negando in tal modo il diritto di informazione all’opinione pubblica.

Non è la prima volta che vengono evocati presunti elementi di segretezza di documenti pubblici presenti negli archivi comunali, ma su questo la Legge è sufficientemente chiara e numerose sentenze specificano quali tipi di documento rientrano tra quelli da non divulgare e di certo tra questi non rientra una perizia tecnica così come non rientravano le convenzioni e gli accordi stipulati tra il Comune e RFI per la questione Movicentro.

Siamo da sempre sostenitori della massima trasparenza nell’operato della Pubblica Amministrazione e troviamo incomprensibile questo atteggiamento di chiusura riguardo la divulgazione di documentazione che servirebbe solo ad agevolare l’attività dei consiglieri da una parte e ad acquisire una maggior consapevolezza dei fatti da parte di quei cittadini che seguono con attenzione le vicende della propria comunità dall’altra.

Dopo un po’ di schermaglie e di esplicite richieste questa documentazione è poi stata divulgata ed oggi chiunque può leggerne i contenuti e farsi un’idea sull’operato dell’Amministrazione nel caso specifico. Detto questo rimaniamo nel campo delle opinioni e dei pareri personali dopodiché se ci fossero i presupposti per ulteriori verifiche sull’operato di chi ha gestito questa vicenda, nel passato e nel presente, questo non spetta a noi dirlo, ma sarà il compito di chi ne ha competenza.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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