Specifichiamo che la nostra non è una presa di posizione contro la neo-assessore Salvetti, in carica da pochi mesi, che si è caricata sulle spalle una eredità pesante. Vogliamo però darle un consiglio che è quello di smarcarsi subito da certe pastoie burocratiche, da certo immobilismo di maniera, dal disinteresse manifestato dalle ultime amministrazioni per la cultura e il turismo. Basta ricordare che nella seconda parte della precedente amministrazione, dopo le dimissioni dell’assessore Cimalando, quel ruolo non è più stato affidato a nessuno.
Siamo partiti dal caso Eurojazz in quanto ennesimo segnale negativo di una situazione generale nella quale non si vede uno straccio di futuro per questa città. Non esistendo un progetto politico-amministrativo, a medio e lungo termine, ogni tanto spunta fuori qualche polemica che l’amministrazione tenta affannosamente di mettere a tacere ma, così facendo, si tampona solo qualche falla e tutti sappiamo che fine fa una nave quando le falle aperte cominciano a diventare troppe.
Forse dire che non esiste una visione per la città non è propriamente corretto in quanto un progetto, seppur fallimentare, esisteva, ed era quello dello sviluppo sconsiderato ed insostenibile poggiato sull’asse Mediapolis – area ex Montefibre, quest’ultima enfaticamente definita “il nuovo cuore pulsante della città”. Oggi è meglio non andare a guardare la situazione finanziaria del primo e non fare l’elettrocardiogramma al secondo …
Dietro questo disegno ci stava tutta una serie di opere faraoniche, quanto inutili, che avrebbero portato sul territorio altro cemento, una buona dose di inquinamento aggiuntivo ed un degrado del territorio irreversibile e tutto questo è diventato la base di un piano regolatore, purtroppo ancora vigente, al quale chiediamo da tempo di mettere mano prima che sia troppo tardi.
Dall’assenza di programmazione siamo arrivati a parlare di PRG in quanto miglior strumento di pianificazione territoriale oggi a disposizione di un’amministrazione evidenziando, come diciamo sempre, che un piano urbanistico “vero” non si dovrebbe limitare a distribuire un po’ di aree edificabili a destra e a manca quanto, piuttosto, diventare la base di partenza della città di domani.
In tempo di risorse scarse, anzi scarsissime, non si può più improvvisare e si devono avere le idee chiare su dove si vuole andare. Serve cucinare con gli ingredienti che ci sono a disposizione e, secondo noi, Ivrea e il suo territorio hanno molteplici opportunità per uscire da questa fase recessiva. Si deve però agire subito modificando radicalmente le attuali modalità di azione della politica ormai ancorate ad un mondo che va scomparendo come i giovani dalla nostra città, in fuga verso luoghi dove progettare un futuro è ancora possibile.