La politica dovrà fare il suo e in parte, con le due mozioni approvate nel Consiglio Comunale di venerdi 19 aprile, l’ha fatto. Ora, se si sapranno mettere a frutto le indicazioni emerse dai due documenti sopra citati, la Fondazione potrebbe finalmente vivere una fase di rinascita e di rilancio ripartendo proprio da dove tutto era iniziato e cioè dalle volontà espresse dalla signora Lucia Guelpa. In estrema sintesi: sistemazione della Biblioteca civica, del Museo Garda e della tomba di famiglia. Fatto questo potranno poi essere messe in atto, a corollario, alcune altre iniziative purché inequivocabilmente legate all’ambito culturale.
Chi ha seguito le vicende della Fondazione nel corso degli anni saprà quanto Viviamo Ivrea si sia battuta per fare sì che venissero rispettate le volontà delle munifica defunta e fosse garantita la massima trasparenza nella gestione dell’ente sottraendola a vecchie logiche di pesi e contrappesi politici e/o di partito. Finora purtroppo il cambiamento annunciato dalla nuova compagine di governo della città, almeno per quanto riguarda il caso specifico, pare fatichi, e non poco, a concretizzarsi, ma i tempi non potranno essere infiniti. Ora un possibile nuovo corso è stato indicato dal Consiglio Comunale, vedremo come l’esecutivo saprà metterlo a frutto. Le votazioni susseguitesi sulle due mozioni approvate sono un segnale inequivocabile che sia venuto il tempo per un cambio radicale nella gestione della Fondazione.
Quanto approvato venerdì scorso non cade improvvisamente dal cielo, ma è il risultato di una travagliata gestazione durante la quale abbiamo cercato in tutti i modi di non arrivare ad uno scontro tra due istituzioni che sono interdipendenti e fortemente correlate tra di loro. Ricordiamo infatti che la Fondazione è un ente strumentale del Comune il cui Presidente viene nominato dal Sindaco e i cui consiglieri di amministrazione vengono nominati dal Consiglio Comunale. E’ proprio in facoltà di questo che il Sindaco e il Consiglio possono revocare le cariche da loro precedentemente conferite.
Non serve ricostruire una storia che ha occupato le prime pagine dei giornali nelle scorse settimane, ma in estrema sintesi va ricordato che a seguito delle prime segnalazioni di criticità da parte di alcune delle forze politiche presenti in Consiglio Comunale il Presidente Beatrice ha rassegnato le sue dimissioni alle quali però non sono seguite, come da noi richiesto, attività finalizzate a verificare la correttezza di alcuni atti deliberati dal Consiglio di Amministrazione. Attività che il nuovo Presidente dovrà svolgere, tramite gli appositi organismi pubblici di controllo, come primo atto del suo mandato in ottemperanza a quando stabilito con una delle due mozioni approvate. Presidente che dovrà avere un profilo giuridico-amministrativo e non essere espressione di partiti o forze politiche. Certamente si sarebbero potute evitare molte polemiche e infinite discussioni in sede consiliare se solo si fossero affrontati a tempo debito, con serenità e meno arroganza i problemi posti su alcune iniziative intraprese dal Consiglio di Amministrazione, ma tant’è.
Il tema è complesso e non facile da spiegare anche perché la discussione delle due mozioni sulla revoca, non approvata, e sul venir meno della fiducia nel CdA, approvata, si è voluta svolgere a porte chiuse appellandosi all’articolo di regolamento che sostiene questa necessità nel momento in cui si parla di persone fisiche. Ovviamente quella norma è riferita a privati cittadini e non a persone che sono state nominate a ricoprire una carica pubblica e che hanno accettato ben sapendo che il loro comportamento sarebbe stato equiparato a quello di un qualunque amministratore pubblico. E’ come se ogni volta che si fa il nome di un consigliere comunale o di un assessore si dovesse discutere a porte chiuse. Peraltro entrambi le mozioni non parlavano di singole persone, ma di un intero organismo istituzionale per cui proprio non si riescono a vedere le motivazioni che hanno giustificato tale scelta.
Comunque la data del 19 aprile del 2019 segna uno spartiacque tra un prima e un dopo perché al di là delle sfumature il Consiglio Comunale, che è organismo sovrano, si è chiaramente espresso a favore di un cambiamento e di una maggiore trasparenza nella gestione. E non si tratta solo di parole, ma di una serie di attività messe per iscritto, votate e approvate dal parlamentino eporediese che riprendiamo sinteticamente dalle due mozioni.
Nella prima si impegnano Sindaco e Giunta:
- ad attivare immediatamente le procedure per la nomina di un nuovo Presidente;
- a richiedere al candidato prescelto di attivarsi subito dopo l’insediamento a chiarire, tramite gli appositi organismi pubblici di controllo, i dubbi emersi;
- a costituire una apposita commissione per definire le finalità e scopi della Fondazione.
Con la seconda mozione si impegnano il Sindaco nonché Assessore alla cultura:
- a dare seguito al mandato conferitogli in data 20 dicembre 2018 per far inserire all’odg del primo CdA della Fondazione una modifica statutaria per la nomina del Presidente da parte del Consiglio Comunale anziché del Sindaco;
- a far rendere pubblici tutti gli atti e le delibere assunte nonché rendere accessibili ai consiglieri comunali i verbali delle sedute del CdA;
- ad attivare un canale comunicativo costante tra Fondazione e Consiglio Comunale;
- a valutare possibili modifiche allo Statuto per renderlo più coerente con le finalità definite;
- ad avviare un percorso comune per la sistemazione della Biblioteca civica;
- a richiedere alla Fondazione di registrare le sedute del CdA.
Solo qualche mese fa avremmo immaginato quasi impossibile riuscire ad ottenere anche solo una parte di tutti questi cambiamenti. L’approvazione di queste due mozioni premia il costante e coerente lavoro di anni per rilanciare su nuove basi la Fondazione Guelpa nell’esclusivo interesse della città e della sua vita culturale in ossequio alle volontà della signora Lucia Guelpa. Questo è l’obiettivo, tutto il resto viene in secondo piano, sterili polemiche comprese.