Nella storia del pensiero politico moderno, che pone le sue basi a partire dal XVIII secolo, non si parla molto di ambiente per il semplice motivo che prima della rivoluzione industriale, che ha segnato l’inizio dello sfruttamento delle fonti energetiche fossili, non esisteva di fatto l’inquinamento e l’impronta umana sull’ambiente era pressoché irrilevante. Se non altro perchè alla fine del 1700 la popolazione mondiale arrivava a poco meno di un miliardo di persone mente oggi siamo 7,7 miliardi con previsioni preoccupanti per il prossimo futuro. Purtroppo però mentre l’evoluzione della società prendeva una chiara e determinata strada l’ambiente, o meglio la sua salvaguardia, non è praticamente mai entrato in maniera strutturale e stabile nell’agenda della politica mondiale.
Fatte queste premesse e rimarcata la necessità di un regolatore, organizzatore, coordinatore della vita di tutti, soprattutto in presenza di una società complessa come quella attuale, trattiamo oggi uno degli elementi che maggiormente stanno mettendo in discussione l’esistenza della politica e della capacità di convivenza degli uomini: la corruzione. Comprendendo con tale termine non solo lo specifico reato, ma tutta una serie di attività dannose per la collettività.
Per quanto riguarda l’Italia, anche se si sapeva da tempo e non si faceva nulla contro gli intrallazzi della politica che contava, la data da cui tutto prese origine è quella del 17 febbraio del 1992. Giorno in cui il Pubblico Ministero Antonio Di Pietro si vide autorizzare dal GIP Italo Ghitti un Ordine di cattura nei confronti del socialista Mario Chiesa presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Arresto messo in atto mentre intascava in tutta tranquillità 7 milioni di vecchie lire quale anticipo di una tangente pari al 10% di un appalto di pulizie da 140 milioni. Accortosi dell’imminente incursione della forze dell’ordine nel suo studio il disonesto amministratore si barricò in bagno tentando di far scomparire nel water un’altra tangente di 37 milioni che teneva tranquillamente in un cassetto. Squallore e assenza di dignità segnarono quella stagione che pareva aver chiuso definitivamente con quella che venne definita “prima Repubblica” aprendo le porte ad una speranza nel futuro che purtroppo si dimostrerà vana.
Dopo qualche decennio di apparente normalizzazione del sistema, ma con tutta una serie di personaggi che incredibilmente sono riusciti, soprattutto a livello locale, a riciclarsi e a mantenere in essere la loro attività politica, ci troviamo oggi e già da un po’ di tempo nuovamente di fronte a un preoccupante aumento di reati contro la Pubblica Amministrazione. Reati contro l’interesse collettivo spesso a favore di privati senza scrupoli che per raggiungere le loro finalità non esitano a “oliare” i meccanismi della politica con una certa predilezione per i partiti di governo. E’ evidente come la corruzione e la malversazione nei confronti della Pubblica Amministrazione disperdono risorse pubbliche, distorcono la concorrenza, riducono la qualità di beni e servizi, diminuiscono gli investimenti in un Paese che scivola sempre più in basso nella credibilità internazionale. E’ infatti sempre più difficile che un investitore straniero, al di là del governo di turno, decida di venire a investire in uno Stato che si è classificato al 27° posto su 28, davanti alla sola Bulgaria, nella classifica stilata da Transparency International denominata CPI (Corruption Percepitions Index) e al 53° posto sui 180 monitorati a livello mondiale. L’ultimo mese poi ha segnato una regressione impensabile fino a qualche anno fa.
La Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini del PD, indagata per irregolarità in concorsi in ambito sanitario si è prima dimessa per poi far approvare, con il suo voto, dal Consiglio regionale una mozione del suo partito che le chiede di tenere la poltrona.
Pochi giorni fa si è dimesso il Sindaco leghista di Legnano Fratus arrestato ai domiciliari per corruzione e turbativa d’asta. Stessa sorte è toccata alla sua assessora Chiara Lazzarini di FI mentre il vicesindaco, anch’egli forzista, Maurizio Cozzi è finito in carcere con l’accusa aggiuntiva di corruzione elettorale.
In Lombardia e in Piemonte sono state emesse 43 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti politici e imprenditori. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere, corruzione, turbativa della libertà degli incanti. Qui spiccano i nomi del Consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella, candidato alle europee, e del sottosegretario della Regione Lombardia Fabio Altitonante entrambi di FI.
E’ di qualche giorno fa che la notizia che una delle aziende impegnate nella ricostruzione del ponte Moranti a Genova è stata interdetta dai lavori per il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso.
Sempre pochi giorni fa la Procura di Salerno ha effettuato 14 arresti tra i quali figurano anche due giudici tributari.
Con l’operazione “kamaraton” i carabinieri di Sapri hanno eseguito dodici misure cautelari per numerosi episodi di corruzione, peculato, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, appalti truccati e distrazione di denaro nei confronti dell’ex Sindaco, ex assessori ed ex consiglieri del Comune di Camerota.
Tutto quanto sopra evidenziato deriva solamente dalla cronaca giudiziaria di un paio di mesi e ci fa capire che la famosa Tangentopoli del 1992 è tutt’altro che finita. Sono solo cambiate le modalità d’azione di corrotti e corruttori. Qualche simbolo di partito nel frattempo è scomparso e ne sono arrivati di nuovi, ma se un cosa accomuna tutti questi casi è la trasversalità politica, dal PD a FI passando per la Lega e geografica, dal nord al sud senza tralasciare il centro e le isole.
La corruzione è un cancro che può portare uno Stato alla disfatta e come abbiamo visto sopra la fase degenerativa in Italia è ad una fase piuttosto avanzata. Non c’è più tempo da aspettare e servirà mettere in atto un cambiamento culturale radicale in grado di intaccare l’attuale sistema clientelare sperando che i giovani della generazione Greta sapranno prendere in mano le redini della politica sostituendosi a chi ci ha portato nell’infima palude sociale nella quale stiamo affogando.