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Martedì, 25 Giugno 2019 21:23

Dalle promesse ai fatti concreti

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E’ passato un anno dalla tornata elettorale amministrativa che ha visto un cambio epocale alla guida della città di Ivrea. Quanto accaduto è evidentemente l’esito, quasi scontato, di un malcontento generalizzato da parte degli eporediesi verso una classe politica inadeguata e autoreferenziale, gravitante intorno allo stesso partito, senza visioni e senza il minimo entusiasmo nel ricercare il bene della città e della comunità amministrata. Partito che, come a livello nazionale, è più preoccupato dalle continue faide intestine che dall’intraprendere un vero percorso di rinnovamento in grado di riportare il dibattito pubblico, il benessere dei cittadini e il bene comune al centro dell’agenda politica.

Va però detto che la chiusura, spesso trasformata in arroganza, e l’incapacità di ascolto degli "altri" non è solo una caratteristica del Partito Democratico, ma è un atteggiamento tipico dei partiti tanto che a livello nazionale, seppur si siano succedute negli ultimi 30 anni forze politiche dell’una e dell’altra parte, lo stato di salute della democrazia è diventato preoccupante. O stai di qua o stai di là, o sei per la tav o contro la tav, o stai in maggioranza o in minoranza, se poi il problema da risolvere è trasversale e comune ad entrambi non importa, ciò che decide il mio avversario politico non va mai bene. L'esatto opposto del modo di ragionare di una forza realmente civica come Viviamo Ivrea.
Questo malcontento nei confronti dei partiti e della loro politica chiusa e spesso clientelare ha fatto sì che gli stessi da un po’ di tempo a questa parte parlino della necessità di un cambiamento appoggiandosi, soprattutto a livello locale, a pseudo forze civiche che purtroppo quasi sempre non derivano da un percorso autonomo trasparente e lineare fatto di civismo e di impegno sul campo. E’ nato così il fenomeno di liste senza nomi di partito, e quindi apparentemente civiche, composte da tesserati o da persone vicine, soprattutto per interesse personale, a questo o quel partito. Queste formazioni sono i bacini preferiti, in caso di vittoria, di soggetti ai quali consegnare qualche poltrona, dalle partecipate alle fondazioni, dai consorzi alle società pubbliche. Nomine dirette, spesso senza alcun bando pubblico, cadute dall’alto senza passare nemmeno al vaglio del voto popolare o del Consiglio Comunale.
Tornando alle vicende eporediesi la compagine che ha vinto le elezioni si è presentata come una forza a traino civico candidando l’attuale Sindaco Stefano Sertoli, in quel momento non appartenente ad alcun partito, men che meno di centro destra, arrivando egli stesso da una storia personale più vicina all’altra parte politica. E’ovviamente legittimo che chiunque possa cambiare idea e avvicinarsi a questa o a quella compagine però ciò che è risultato fondamentale per il risultato elettorale, a nostro modo di vedere, è stata la figura stessa del Sindaco che a capo di una lista civica personale ha saputo tenere in secondo piano i partiti tradizionali facenti parte della coalizione e cioè la Lega e Forza Italia, garantendo a ogni piè sospinto la peculiarità civica della propria coalizione. Tutti conosciamo il risultato delle elezioni fatto sta che se andiamo a guardare la composizione della maggioranza oggi, a un anno dalla tornata elettorale, in seguito al passaggio di due consigliere al gruppo della Lega, di civico è rimasto ben poco e cioè 3 consiglieri su 11.
Questo sbilanciamento della maggioranza verso i partiti politici tradizionali si è evidenziato soprattutto nel caso in cui si è dovuto procedere, guarda caso, a nomine oppure nell'analizzare e valutare l'operato di partecipate, società ed enti pubblici legati all'amministrazione eporediese. In questi frangenti è emerso molto chiaramente che il tanto sbandierato cambiamento non c'è stato e che le fila del discorso, e questo purtroppo accade a quasi tutti i livelli, non le tirano le assemblee legittimamente elette per rappresentare i cittadini (Parlamento, Consiglio Comunale, ecc.), ma poteri extra istituzionali privati, non facilmente identificabili, mossi solamente da interessi propri e non certo da quelli della collettività.
I prossimi mesi saranno fondamentali per capire se il Sindaco saprà mantenere la promessa "civica" fatta agli elettori smarcandosi dalle spinte "romane" che finora hanno caratterizzato le scelte più importanti dell'Amministrazione.
Dopo le tristi vicende della Fondazione Guelpa che hanno portato all’esasperazione e poi alle dimissioni dell'avvocato Franca Vallino, che stava portando una ventata di novità, trasparenza, efficienza ed entusiasmo all'ente, e alle decisioni conseguenti ora si sta aprendo un nuovo fronte caldo per ciò che riguarda la partita dell'Unesco. E' dal 1 luglio dello scorso anno che: "Ivrea città industriale del XX secolo" è entrata a far parte del Patrimonio mondiale dell'Umanità e salvo l'inaugurazione di una targa lo scorso 7 giugno null'altro è pervenuto, per lo meno nelle sedi istituzionali del Comune: Consiglio comunale, Conferenza dei Capigruppo, Commissioni consiliari. Nessun progetto, nessuna visione, nessuna idea per rilanciare la città dal punto di vista turistico, economico, culturale, occupazionale proprio partendo dall'agognato bollino Unesco. L'unica preoccupazione pare sia, a stare ai giornali, la costituzione di una nuova Fondazione, come se non bastassero quelle esistenti, per l'attuazione del Piano di Gestione che sa tanto di elargizione di cariche eseguite con i soliti criteri politicizzati sopra evidenziati.
Speriamo di venire smentiti, ma se il processo verrà gestito nello stesso modo in cui è stata gestita la vicenda della Fondazione Guelpa c'è poco da stare allegri.
Per ora noi, come lista civica, continueremo, così come abbiamo sempre fatto fin dall'insediamento della nuova Amministrazione, ad essere propositivi e proattivi in maniera non pregiudiziale operando nell'esclusivo interesse della città. Continueremo a proporre, tramite mozioni o portandole in commissione, idee e progetti verificando che poi vengano attuati e già nel prossimo Consiglio di mercoledi 26 chiederemo conto di alcune inadempienze dell’esecutivo. Riguardo le proposte di quest’ultimo continueremo a valutarle responsabilmente e le voteremo di conseguenza, ma ciò non ci esimerà dall'esprimere la nostra critica a tutti quei comportamenti in continuità con il passato tipici di una politica partitocratica che di danni ne ha già fatti abbastanza e che ha determinato, per quel che riguarda il nostro territorio, una stagnazione ed una regressione che paiono inarrestabili. Serve uno choc, un vero cambiamento.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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