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Domenica, 01 Settembre 2019 18:59

Autunno caldo

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Passato il giro di boa della fine di agosto questa strana estate sembra proprio essere giunta al termine. Anche le temperature, torride fino a qualche giorno fa, paiono aver preso la strada di un graduale abbassamento che ci porterà dritti verso un autunno che si preannuncia comunque caldo, metaforicamente parlando, per tutta una serie di motivi.

In ambito nazionale vedremo il destino che toccherà al probabile futuro governo giallo-rosso innescato dalla trovata suicida dell’ex Ministro dell’Interno che si è letteralmente scavato la fossa da solo. Il bello, si fa per dire, è che invece di cospargersi il capo di cenere e recitare il mea-culpa, visto il suo prorompente fervore religioso, continua ad aizzare le folle contro un “ridicolo gioco di poltrone” che è la stessa cosa che fece il suo partito poco più di un anno fa prima di dare vita, dopo lunga gestazione, al governo giallo-verde. Che poi discutere di nomi, programmi, idee, visioni del mondo dovrebbe essere ciò che anima la politica, per cui cosa ci sia di così scandaloso proprio non si riesce a capire, ma tant’è oggi pare che chi abbaia più forte prima o poi riesce a prendere il sopravvento salvo rovinare clamorosamente alla prima mossa falsa.
A chi piace vedere il bicchiere mezzo pieno si può dire che questa crisi balneare ha in qualche modo riavvicinato i cittadini alla politica tanto che della mossa scellerata (per lui) del capo leghista e delle sorti del possibile governo M5S-PD se ne parla un po’ da tutte le parti ed ognuno si sta facendo una propria opinione sulla questione. Questa situazione anomala ha inoltre messo in evidenza il livello piuttosto basso della classe dirigente degli attuali schieramenti politici che invece di preoccuparsi delle sorti di un Paese che se scende ancora un po’ in basso rischia di non risvegliarsi più (vedere Grecia) agiscono per ambizione, o peggio, interesse personale. E allora giù a leggere dichiarazioni inutili dal punto di vista politico, anche a livello locale, del tipo: “mai con quello, mai con quell’altro”, “prima di fare un accordo ci devono chiedere scusa”, “sì, ma Conte dov’era quando firmava i decreti”, “meglio andare al voto” e così discorrendo senza tenere conto che la politica vera non dovrebbe ragionare in termini personalistici, ma risolvendo i problemi e non creandone di nuovi, sapendo andare oltre al normale dibattito, magari acceso, avvenuto tra chi era al potere e chi all’opposizione fino a qualche settimana fa.
Per una volta possiamo però dire che non siamo solo noi italiani ad essere in uno stato confusionale perché basta guardarsi un po’ intorno e non c’è certo da stare allegri: Trump, Bolsonaro, Orban, Erdogan, Putin ed ora ci si mette pure il conservatore Boris Johnson che si è inventato, pur se agendo nella più antica democrazia del mondo, niente di meno che una sospensione del dibattito parlamentare per evitare di discutere sulla possibilità di tornare indietro sulla Brexit. E’ curioso, diciamo così, notare che tutti i leader citati sono uomini …
Se ci si gira verso l’estremo oriente vediamo un’intera popolazione, quella di Honk Kong, che protesta contro l’eccessiva ingerenza della Cina nei loro affari interni nel tentativo di erodere il grado di autonomia che la Regione speciale dovrebbe avere almeno fino al 2047 a seguito degli accordi siglati nel 1997 tra Regno Unito e Cina.
Un mondo in ebollizione in tutti i sensi se migliaia di incendi su una superficie sterminata si stanno divorando le foreste dell’Amazzonia e della Siberia, grandi polmoni del Pianeta, e se i ghiacciai dell’Artico e dell’Antartide hanno iniziato un inesorabile processo di scioglimento.
Se questo è il trend globale e nazionale non c’è certo da stare tranquilli e siccome certi comportamenti, atteggiamenti della politica tendono a ripercuotersi a cascata anche sui livelli più bassi chissà cosa ci aspetta a livello regionale e locale.
Se vogliamo trovare un elemento che accomuna un po’ tutte le situazioni sopra esposte lo possiamo individuare in un processo di accentramento dei poteri, spesso arrogante se non violento, nelle mani di pochi o, peggio ancora, di un uomo solo al comando. Ciò che colpisce è l’arroganza, la tracotanza con la quale il potente di turno fa proprio, o tenta di farlo, il potere come se secoli di storia fossero passati invano. Una sorta di ritorno a forme di assolutismo che si pensavano appartenere ad un passato lontano. In una democrazia compiuta e avanzata chi vince un’elezione sa di non avere un potere assoluto nelle mani e sa anche che esistono luoghi e prassi che consentono un controllo dell’attività degli esecutivi. A vedere la storia d’Italia degli ultimi decenni, almeno da Berlusconi in poi, abbiamo invece assistito al tentativo di ridurre il dibattito parlamentare e la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Con Renzi e Salvini questo fenomeno si è ancora accentuato tanto che entrambi, come fece Berlusconi prima, puntavano a modificare le norme costituzionali per assumere “pieni poteri”.
Purtroppo questo atteggiamento si è riverberato anche ai livelli più bassi tanto che ogni tanto salta fuori qualche Sindaco che si sente investito del diritto di poter disporre come meglio crede della gestione del suo Comune.
Per quanto riguarda la nostra città non siamo ancora a quei livelli, ma gli ultimi mesi di mandato ci hanno portato alcune iniziative dell’esecutivo e della maggioranza che suonano come campanelli d’allarme contraddicendo decisamente le promesse del Sindaco in campagna elettorale riguardo ai rapporti con la minoranza e con i cittadini. Si sono aperte una serie di istanze, a partire dalle nomine nelle partecipate, e si sono prese alcune decisioni in maniera autoritaria e senza il minimo dibattito in Consiglio Comunale e questo non è un bel segnale. Questa settimana riprenderanno i lavori e sul tavolo ci sono una serie di questioni irrisolte che non si potranno procrastinare all’infinito. Da come queste istanze verranno affrontate si capirà se la deriva autoritaria che abbiamo vissuto negli ultimi mesi è stata solo un temporaneo passaggio a vuoto o se si tratta di una nuova modalità di gestione della città. Ovviamente il comportamento dell’opposizione sarà più o meno collaborativo od ostile in base alle scelte che faranno il Sindaco e la sua maggioranza. Scelte che dovranno marcare una netta discontinuità con il recente passato, il tempo delle promesse e delle parole è finito ora bisogna dimostrare dove si vuole portare la città.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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