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Lunedì, 09 Settembre 2019 13:04

Quando il potere diventa arrogante

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La scorsa settimana, partendo da qualche riflessione su quanto sta accadendo a livello nazionale, abbiamo fatto qualche accenno alla situazione politica eporediese ricordando che, soprattutto dopo il Consiglio Comunale del 30 luglio scorso, negli ultimi mesi si sono aperte una serie di questioni che dovranno trovare una risposta, possibilmente in tempi brevi.

Dopo mesi di promesse e di parole gli ultimi atti dell’esecutivo, e della maggioranza (non tutta ad onor del vero) che lo sostiene, sono andati in una direzione diametralmente opposta a quanto sostenuto a pieni polmoni in campagna elettorale. Soprattutto per ciò che riguarda la trasparenza, la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e il coinvolgimento della minoranza, almeno quella parte, come è stata Viviamo Ivrea, che non ha posto pregiudiziali aprioristiche e/o ideologiche. Ricordiamo al Sindaco e alla maggioranza che gli elettori li hanno premiati soprattutto per la promessa di discontinuità con le amministrazioni precedenti alle quali abbiamo sempre chiesto un cambio di passo proprio su argomenti quali: la trasparenza dell’azione amministrativa, la partecipazione, la legalità, il tutto ridando centralità ad un Consiglio Comunale ridotto a mero esecutore dei voleri dell’esecutivo, ma non solo, anche di attori esterni sui quali andremo a discutere nei prossimi mesi.
E questa maggioranza che si è proposta come il cambiamento cosa fa? Lo stesso, se non peggio, di quanto si faceva prima; si vedano ad esempio le modifiche unilaterali allo Statuto della Fondazione del Carnevale cadute dall’alto, per decisione di un ristretto cerchio magico, e catapultate sul tavolo del Consiglio Comunale dal giorno alla notte. Il tutto senza un minimo di dibattito con i consiglieri comunali e nemmeno con le componenti che infatti sono state drasticamente ridimensionate riducendo ad 1 il numero dei loro rappresentanti (prima erano 2) e aumentando da 5 a 7 il numero dei componenti del CdA della Fondazione stessa. E tutto questo, molto ipocritamente con un rapporto di 7:1, è stato spacciato come un’apertura nei confronti delle componenti che ricordiamo contemplano tutte le squadre degli arancieri e tutte le associazioni, gruppi storici, organizzazioni che di fatto danno vita al Carnevale. Una clamorosa retromarcia rispetto a quel processo di de-politicizzazione del Carnevale che aveva animato il dibattito ai tempi della trasformazione del Consorzio del Carnevale in Fondazione. La politica, a nostra avviso, dovrebbe infatti rimanere fuori dalla gestione e dall’organizzazione della storica manifestazione, ma l’attuale maggioranza evidentemente la pensa diversamente.
Su questo andazzo una delle peggiori anomalie finora emerse è stata quella dell’autoritarismo della Giunta che ha determinato il mancato coinvolgimento del Consiglio Comunale per ciò che riguarda le nomine nelle Fondazioni e nelle partecipate del Comune. E’ stato fatto un salto mortale doppio all’indietro utilizzando metodi da “assalto alla diligenza” che si pensavano scomparsi con la prima Repubblica e con tutto ciò che ne è seguito.
Un altro patetico raid si è consumato all’ultima assemblea dei Sindaci del Consorzio IN.RE.TE, proprio nello stesso giorno in cui si è svolto l’ultimo Consiglio Comunale, quando l’assessora Povolo, accompagnata dal nuovo tuttofare “capo di gabinetto” (che ci costerà 43.000 euro, oltre IRAP e oneri fiscali all’anno), ha letteralmente chiesto, al di fuori dell’Ordine del Giorno, la testa dell’attuale Presidente dell’Ente che gestisce i servizi sociali per il solo motivo di dover trovare un ruolo di rilievo ad una consigliera di maggioranza che faceva parte, almeno fino all’ultimo Consiglio, di una fronda di consiglieri “critici” su alcune iniziative dell’esecutivo. Consigliera che puntualmente alla votazione sulla variazione di bilancio, sulla quale aveva espresso dure critiche nei giorni precedenti, ha votato tranquillamente a favore.
La motivazione di questo defenestramento coattivo sarebbe quella che la Presidente Peller occupa da troppo tempo quella carica. Ma chi ha pensato di dare vita a questa sguaiata epurazione sa che la Presidente è stata legittimamente eletta e mantenuta nel tempo al suo posto grazie all’unanimità dei consensi di tutti i Sindaci facenti parte del Consorzio, compreso, a ciò che abbiamo letto, quello di Ivrea? Chi ha mandato l’assessora in assemblea a minacciare fuoco e fiamme le ha detto che esistono delle regole nella Pubblica Amministrazione e che all’interno del Consorzio la Città di Ivrea non ha il potere di fare e disfare le cose come meglio crede? Qualcuno le ha spiegato che ai Sindaci dei Paesi facenti parte del Consorzio non interessano le beghe interne alla maggioranza eporediese dettate da mere logiche di partito?
Questo modo di procedere ricorda molto da vicino il comportamento suicida dell’ex Ministro degli Interni, nonché capo politico della Lega, che, accecato dalla possibilità di accentrare nelle proprie mani “pieni poteri”, è riuscito a consegnare nella mani degli ex alleati 5 stelle e del Partito Democratico, il Governo della Nazione. Una gran bella mossa niente da dire … però forse sarebbe il caso che gli assessori locali invece di prendere ad esempio le sparate del loro “capitano” si impegnassero con un po’ più di umiltà ad imparare come si amministra una città soprattutto rispettando prassi e regole che, se non piacciono, certamente si possono cambiare, ma sempre rispettando la legge. Questo atteggiamento da far west, dove il potente di turno cerca di mettere le mani su tutto by-passando gli organismi costituzionalmente preposti, non rende merito in primis ad una città che del dibattito democratico ha sempre fatto un suo caposaldo, ma nemmeno ad un Sindaco che ha promesso, per convincere gli elettori, comportamenti del suo futuro esecutivo completamente diversi e molto più rispettosi delle regole e delle minoranze.

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Francesco Comotto

Consigliere Comunale a Ivrea dal 2013.

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