Sarebbe facile trovare dimostrazione di ciò andando a prendere spunto da articoli o pubblicazioni provenienti dal mondo ambientalista e invece in apertura citiamo un passaggio tratto da un articolo di Gianni Toniolo tratto dal Sole 24 ore che di certo non può venire tacciato di essere un giornale estremista riguardo le tematiche green. Ha scritto recentemente il giornalista: “E’ il cambiamento climatico a costituire la minaccia maggiore al benessere, alla salute, alla sicurezza alimentare, all’equità nella redistribuzione delle risorse, alla stessa incolumità personale di miliardi di esseri umani. Il Rapporto dell’ONU sulla situazione ambientale globale … ricorda che il cambiamento climatico è scientificamente dimostrato … Si può solo negarlo per ignoranza o inconfessabili interessi”. Se queste parole, che potremmo aver letto negli anni passati su testate di stampo ecologista, ora le leggiamo sul quotidiano di Confindustria qualcosa ci fa pensare che qualcosa stia finalmente cambiando e che anche la maggioranza degli imprenditori italiani abbia acquisito una consapevolezza tale da mettere in agenda questi temi.
Un sparuto gruppo di negazionisti, sempre meno per la verità, continua ad accampare generiche e non supportate motivazioni per dire, sostanzialmente, che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati e che l’effetto antropico sia irrilevante citando quasi sempre solo Rubbia e ultimamente Zichichi per dichiarazioni e/o articoli in parte smentiti e comunque già smontati pezzo per pezzo da numerosi scienziati altrettanto importanti e conosciuti. Nonostante il numero di pubblicazioni negazioniste costituisca solamente un misero 0,06% del totale delle pubblicazioni scientifiche sul tema, purtroppo una dichiarazione amplificata strumentalmente sui media e sui social può sembrare avere la stessa valenza di migliaia di studi e ricerche che dicono esattamente il contrario avallate e validate peraltro dalla comunità scientifica internazionale e da organizzazioni mondiali.
Ciò che vogliamo però rimarcare ancora una volta è che indipendentemente dalla cause, antropiche o meno, non si può negare che i cambiamenti climatici stiano radicalmente modificando le nostre vite fin nelle più banali attività o abitudini quotidiane e non fare nulla per arrestare il fenomeno è da irresponsabili soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.
Che in un passato remoto ci siano già stati dei fenomeni di surriscaldamento del Pianeta seguiti da glaciazioni non ci permette certo di far finta di nulla. Quegli eventi climatici si sono sviluppati in milioni di anni molto oltre quella che è l’età media di vita degli esseri umani. L’errore che non si può commettere è quello di pensare che tanto si tratti di processi naturali sui quali l’uomo non può influire perché questa è la bugia più grande della storia. Basta guardare un grafico sul lungo periodo a livello globale per vedere come processi che si sviluppavano in centinaia di migliaia di anni ora si manifestano nel giro di poche decine con un aumento esponenziale, ad esempio, delle temperature negli ultimi 150 anni.
Ciò che noi sosteniamo con convinzione è che non possiamo continuare a girarci i pollici in attesa che un salvatore universale ci tiri fuori dai guai e sarebbe ora che tutti, a partire dai cittadini alle comunità e agli Stati, cominciassero ognuno a fare la propria parte a partire dalle “piccole cose” facendo sedimentare tutta una serie di “buone pratiche” che, se sommate tutte insieme, potrebbero costituire una rivoluzione verde che potrebbe dar vita a un mondo nuovo più vivibile, sano, pacifico, pulito, equo e solidale.
Abbiamo già fatto alcuni esempi concreti in altri articoli, ma in chiusura ne vogliamo aggiungere uno dell’ultima ora, che riguarda l’Amministrazione Comunale, e del quale si discuterà, speriamo, nel prossimo futuro.
In vista della scadenza dell’appalto di refezione per le mense scolastiche l’esecutivo vorrebbe portare avanti un cosiddetto “progetto di finanza” che consiste nel mettere a gara non solo il servizio di refezione, ma anche quello della costruzione di un nuovo centro cottura, giudicando ormai obsoleto quello realizzato dal Comune circa 15 anni fa in via S.Nazario, dietro alla scuola M. D’Azeglio.
Senza una preventiva analisi sulla possibile ubicazione nella commissione competente, che è quella Assetto del Territorio, Urbanistica, Ambiente, la Giunta ha chiesto di portare in Consiglio Comunale una delibera dove viene individuata come unica soluzione possibile l’area verde di S.Lorenzo che tante discussioni aveva già scatenato negli anni scorsi per il disinteresse della precedente Amministrazione. Si tratta di una vasta area verde che collega la parte edificata della città con la zona dei laghi sulla quale si potrebbe dare vita a molteplici progetti di tipo ambientale e di coinvolgimento sociale. Non va dimenticato che una Legge impone ai comuni di valutare molto attentamente l’utilizzo di aree inedificate puntando prioritariamente al recupero del patrimonio edilizio esistente. Tutto questo in nome di un “consumo di suolo zero” che non può diventare solamente uno slogan da tirare fuori in qualche occasione per ammansire chi della salvaguardia dell’ambiente e del verde fa una questione di vitale importanza. In sede di Conferenza di Capigruppo siamo riusciti, almeno per ora, a fermare la procedura sollecitando un passaggio formale in una Commissione poi tenutasi giovedi scorso. Da tale riunione è emersa con chiarezza la richiesta di valutare con maggior calma e con maggior approfondimento eventuali siti alternativi. Nella giornata di uscita di questo giornale, martedì, alla sera è stata convocata una nuova Conferenza dei Capigruppo dalla quale capiremo se la richiesta formulata di procrastinare la decisione sia stata accolta o meno.