Non è più tempo di giochetti d’aula, inciuci di palazzo, veti incrociati, strategie da sottobosco; è giunta l’ora che una nuova classe politica si faccia avanti, mettendoci la faccia, in nome del bene comune e dei problemi quotidiani delle persone. Non c’è più tempo, e ancor meno risorse, per perpetrare vecchie liturgie di partito ormai anacronistiche.
Abbiamo chiesto alla nuova Presidente di rimettere il Consiglio Comunale al centro del dibattito politico in ossequio al dettato normativo che, nel Testo Unico degli Enti Locali, lo definisce come: “l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo”.
Più chiaro di così … E’ triste invece riscontare, e questa non è una questione della sola città di Ivrea, che il Consiglio Comunale, dopo essere stato svuotato delle sue prerogative, si sia poco alla volta trasformato in un mero ratificatore di decisioni prese in altri luoghi, a volte nemmeno istituzionali.
Il Consiglio Comunale deve tornare a rappresentare l’”agorà”, il luogo aperto e trasparente dove si svolge il dibattito pubblico, l’arena entro la quale le forze politiche, selezionate tramite il voto, si dovrebbero confrontare con l’unico obiettivo dell’interesse collettivo. Servono linguaggi nuovi, semplici e comprensibili, servono regole chiare ma snelle e non contraddittorie, serve capacità di ascolto e di dialogo scevra da ideologie ormai superate dalla storia.
Ci troviamo in una fase storica complessa. Una fase di transizione nella quale le nostre abitudini e i nostri stili di vita subiranno modificazioni anche rilevanti. Il compito dei futuri amministratori pubblici sarà quello di saper leggere il cambiamento in atto per calarlo senza traumi e con equità in un società sfibrata che non si può continuare a tenere a bada con proclami e promesse.
Il nostro auspicio è quindi quello che il prossimo Consiglio Comunale sappia prendere in mano la situazione, senza perdersi su questioni irrilevanti, affrontando da subito i problemi più impellenti legati oggi alla perdurante crisi e quindi: lavoro, sviluppo, stato sociale, salvaguardia ambientale, manutenzione dell’esistente, risparmio energetico, cultura e istruzione pubblica.