Fino a poche settimane fa sembrava prevalere, forse anche complice la forzata assenza del Sindaco, una linea politica completamente indirizzata dai partiti di maggioranza, con qualche spintarella esterna da parte dei due parlamentari di riferimento. Se dalle parti della minoranza, pur nel normale svolgimento del proprio ruolo, qualcuno osava contraddire o criticare le proposte presentate dall’esecutivo era subito scontro aperto e le istanze avanzate, seppur con volontà propositiva, venivano tranquillamente cassate e non se ne teneva conto.
Per quel che riguarda Viviamo Ivrea abbiamo sempre detto e ripetuto, anche alla precedente amministrazione, che l’essere una forza di minoranza non vuole dire per forza essere opposizione a prescindere, ma è evidente che perché ciò accada ci debba essere un dialogo franco, trasparente, aperto e non pregiudiziale. Abbiamo così sempre dato il nostro apporto basandoci sui contenuti nel solo interesse dei cittadini andando al di là di arcaiche barriere ideologiche. Dopo una prima fase post-elettorale nella quale le forze di minoranza venivano in qualche modo ascoltate siamo passati ad una fase più “muscolare” e divisiva nella quale qualcuno dalle parti dell’esecutivo andava ripentendo il vecchio refrain: abbiamo vinto e facciamo ciò che ci pare. Ma in politica non funziona così e ascoltare diventa elemento essenziale per una strategia di buon governo.
Abbiamo vissuto momenti di scontro anche duro, ovviamente si parla di scontro in senso dialettico, e ci siamo adeguati al mutato clima da muro contro muro evidenziando i rischi che un tale atteggiamento avrebbe portato con sé per il resto del mandato di questa amministrazione.
Dicevamo in apertura che qualcosa pare si stia muovendo perché a seguito di alcune nostre decise prese di posizione su argomenti di interesse generale, per i quali crediamo non dovrebbero esistere barriere ideologiche, sono stati annunciati dei passi verso posizioni meno intransigenti e più vicine alle nostre proposte. Per essere concreti parliamo di almeno due questioni che riteniamo importanti: la situazione di stallo della Fondazione Guelpa e il bando per il nuovo appalto milionario per la refezione scolastica.
Parlando di Fondazione Guelpa finalmente è stata convocata una Commissione Cultura nella quale il Presidente Battegazzorre ha relazionato, in maniera esaustiva, alle domande poste, a partire dal dicembre 2018, da una serie di mozioni approvate dal Consiglio Comunale. Relazione che prendeva spunto da una lettera inviata al Sindaco dalla Fondazione stessa il 17 ottobre scorso. I contenuti sono finalmente chiari e confermano quanto andiamo sostenendo da anni e cioè che si renda necessario, a 15 anni dalla sua istituzione, un approfondito dibattito sul futuro dell’Ente. Dibattito che dovrà prendere spunto, si legge nella relazione, da almeno tre elementi essenziali: il mutamento dello scenario economico-finanziario, le esigenze del tessuto culturale territoriale e soprattutto nell’assecondare le priorità di intervento della benefattrice che, testuale, “vincolano formalmente e moralmente la Città di Ivrea e la Fondazione stessa”. Su questo punto ci siamo da sempre battuti perché pareva che nel corso del tempo gli amministratori della Fondazione e le Amministrazioni Comunali che si sono succedute avessero perso il senso e il significato del lascito milionario della Sig.a Guelpa lanciandosi in discutibili operazioni invece di porre le basi per eseguire quanto esplicitamente richiesto dalla defunta con il suo testamento. Un altro passaggio della relazione risulta particolarmente significativo quando si dice che: “la Fondazione Guelpa è organismo di diritto pubblico”, così come sosteniamo da anni, vincolando l’ente a comportamenti, a partire dalla trasparenza e dalla pubblicità degli atti, analoghi a quelli di un qualsiasi ente pubblico. Altro avvicinamento con le nostre posizioni lo si evince nel passaggio in cui si sostiene la necessità di “una chiara condivisione di strategie e obiettivi con l’Amministrazione Comunale” e quindi con l’intero Consiglio Comunale non limitandosi solamente al Sindaco e alla sua Giunta. Ultima, ma non certo per importanza, la questione Biblioteca civica sulla quale il Presidente, a nome dell’intero CdA, ha detto di voler intraprendere un percorso condiviso e partecipativo partendo dai vari studi e progetti già redatti nel corso del tempo. Per quanto attiene all’ubicazione, dopo uno scambio di pareri con il Sindaco e gli assessori, parrebbe essere stata individuata nella posizione attuale la sede della nuova struttura, ampliandone però gli spazi verso il cortile interno e, a seguito della demolizione dell’ex Cena, verso l’area retrostante creando un collegamento e un’integrazione funzionale con il Museo Garda. Soluzione che condividiamo essendo quella da noi individuata già con la passata Amministrazione e poi nel nostro programma/progetto elettorale del 2018. Nel prendere atto di questo nuovo corso da parte degli amministratori della Fondazione ci prende però una nota di amarezza e delusione ricordando che la consigliera Franca Vallino, che si è battuta all’interno del CdA proprio per le istanze sopra riportate, tutte sostanzialmente accolte dal nuovo Presidente, è stata praticamente costretta a dimettersi perdendo così per strada un validissimo supporto a quell’ente di cui lei auspicava un radicale cambiamento proprio così come sta avvenendo ora.
Il secondo motivo che ci fa intravvedere una possibile riapertura del dialogo è legato al bando per la refezione scolastica comprensivo della costruzione di un nuovo centro cottura. Per motivi di spazio non possiamo approfondire qui questo argomento, ma ci sarà tempo per poterlo fare. In estrema sintesi la Giunta ha proposto di dare vita ad un bando per la refezione che comprenda la realizzazione di un nuovo centro cottura a spese della ditta che vincerà la gara d’appalto (ammortizzandone il costo tramite gli incassi dei buoni pasto per un lungo periodo ipotizzabile in 12-15 anni) individuandone l’ubicazione a S.Lorenzo nella grande area verde tra via dei Chiodi e via S. Michele in prossimità della rotonda che porta alla Polveriera. Appena appresa la notizia in sede di Conferenza di Capigruppo abbiamo subito posto delle questioni, anche formali, facendo convocare una Commissione Assetto del Territorio, poi seguita da una successiva, dalle quali sono emerse alternative concrete all’inadeguato terreno individuato frettolosamente in precedenza. Risolto questo problema abbiamo poi esposto anche i nostri dubbi sul tipo di appalto e sulla necessità di realizzare un nuovo centro cottura abbandonando quello esistente in via S.Nazario che andrebbe ad aggiungersi al rilevante numero di edifici non più utilizzati di proprietà del Comune.
In entrambi i casi sopra citati abbiamo espresso la nostra soddisfazione per il tentativo di dare vita a percorsi più condivisi su tematiche rilevanti per il futuro della Città. Sarà però fondamentale che si passi dalle parole ai fatti non limitandosi ad enunciazioni di principio che poi vengono soffocate dalla voracità di partiti e interessi particolari. Nei prossimi mesi capiremo se si tratta di fugaci lucciole o di più consistenti lanterne in grado di illuminare il buio.