Trattandosi di un’associazione culturale e politica, prima di tutto, ci siamo chiesti quali fossero i modelli che avremmo voluto perseguire trovandoci, fin da subito, accomunati dalla necessità di cambiare radicalmente lo status quo. Ci siamo anche detti della necessità di passare dalle lamentele alle azioni concrete, dai piagnistei alle proposte sostenibili, convogliando il nostro entusiasmo nella ricerca di soluzione dei problemi quotidiani delle persone indipendentemente da dogmi e ideologie preconfezionate. Quindi il nostro voto e il nostro giudizio non è mai prevenuto ma deriva da un’attenta analisi dei contenuti.
In questi mesi pre e post elezioni abbiamo appurato l’estrema necessità di portare il dibattito politico al livello dei cittadini, che spesso ne vengono tenuti all’oscuro, sottraendone il monopolio ai partiti ed ai poteri, spesso poco cristallini, che ruotano loro intorno, a partire dai media. In campagna elettorale abbiamo anche promesso che, in caso di vittoria, avremmo aperto le porte del municipio eliminando quelle barriere, a volte anche fisiche, che dividono i cittadini dal palazzo. Pur non avendo vinto, questo obiettivo continuiamo a perseguirlo e un poco alla volta faremo diventare il municipio un “palazzo di vetro” perché non c’è alcun motivo per cui gli atti e i fatti, tramite i quali si gestisce la “cosa pubblica”, non siano a conoscenza ed alla portata di tutti. Oltre far vedere sarà nostro compito capire e spiegare l’attività degli uffici, i meccanismi e le regole della pubblica amministrazione, il funzionamento della struttura e degli organismi istituzionali con semplicità e chiarezza.
Semplicità e chiarezza, ai quali aggiungeremmo la dignità, sono gli aggettivi che prioritariamente attribuiremmo ad una buona gestione politica e amministrativa. Peccato che spesso dobbiamo assistere all’esatto opposto. Proviamo a fare qualche caso concreto.
Nel primo Consiglio Comunale della nuova amministrazione è stata inserita all’ordine del giorno, senza il necessario passaggio in Conferenza dei capigruppo (convocato come commissione) o altra commissione pertinente, una delibera sulle “Linee di indirizzo per le nomine nelle partecipate”. Come si può ben capire si tratta di un atto importante finalizzato ad inserire regole di trasparenza, di equità, di parità di opportunità, di assoluta indiscrezionalità che andrebbe ponderato e condiviso con tutto il Consiglio Comunale.
Per fortuna grazie alla presentazione di una Mozione d’ordine siamo riusciti a fermarlo in modo da poterne discutere in una futura commissione. Alla nostra accusa di mancata condivisione del testo ci è stato detto che bisognava approvarlo in fretta; peccato che oggi, a tre mesi di distanza, un nuovo testo non sia ancora stato discusso.
Nell’ultimo Consiglio Comunale è scoppiata la questione del conflitto di competenze tra l’attuale assessore alla cultura e suo padre, che siede nel cda della Fondazione Guelpa, che della cultura cittadina è la cassaforte. Preoccupazione è stata espressa anche dalla maggioranza che però alla fine se ne è lavata le mani ed il problema è rimasto tale quale a prima.
Nello stesso Consiglio Comunale in un intervento di dissenso alle modifiche apportate allo Statuto della Fondazione Guelpa ho espresso seri dubbi riguardo la legittimità di una delibera che in parte “approva” e in parte “prende atto”, espressioni che prevedono: la prima un voto e la seconda no.
In questi casi scatta la tattica “mdg” e cioè del muro di gomma. Funzionari, sindaco e giunta, componenti della maggioranza guardano il soffitto come in cerca di ispirazione, nessuno commenta, dibatte, discute e tutto procede come se niente fosse. Nessuna risposta e avanti il prossimo. Stessa cosa è accaduta per l’interpellanza sull’anacronistico parco di Mediapolis sulla quale il sindaco e la giunta, nel silenzio assordante dei banchi della maggioranza, non hanno risposto a nessuna delle domande specifiche loro poste trincerandosi dietro qualche numero ormai consunto visto che il progetto/idea iniziale è datato 1998. Ma ben vedendosi dall’esprimere un giudizio di merito a questa squallida speculazione edilizia da 600.000 mq di terreno fertile.
Si tratta solo di alcuni esempi. Questo modo di procedere, di vivere la politica è proprio quello che mai avremo pensato di trovare ed invece oggi ci dobbiamo confrontare con vecchie abitudini da politica preistorica. Ma non molleremo facilmente, almeno finchè i cittadini-elettori non avranno capito bene come vanno le cose in modo da poter valutare con più consapevolezza a chi dare il proprio voto alle prossime elezioni.