In premessa va detto che approvare un bilancio di previsione a fine maggio denota idee poco chiare su come affrontare l’anno corrente del quale 5 mesi sono già trascorsi e ne rimangono 7 per affrontare opere, soprattutto per ciò che riguarda i lavori pubblici, che richiedono tempi lunghi e si sarebbero quindi dovute affrontare molto prima, fin da inizio mandato. Già dall’analisi del primo bilancio dell’attuale amministrazione, quattro anni fa, abbiamo evidenziato come la maggioranza non abbia saputo mettere in campo una visione complessiva, organica e coerente con i bisogni della città muovendosi con approssimazione e inseguendo bandi ed eventuali contributi concessi da enti superiori indipendentemente dai contenuti dei progetti finanziabili invece di puntare su un paio di progetti prioritari da finanziare con l’avanzo di amministrazione disponibile.
Se da un lato è positivo riuscire ad attirare risorse economiche, attività che questa giunta ha saputo fare con buoni risultati, dall’altro ciò non dovrebbe però condizionare i programmi di mandato di un’amministrazione rischiando di impegnare fondi ingenti su opere non propriamente prioritarie e vincolando in modo pesante i futuri investimenti. Purtroppo l’ultimo bilancio ha certificato proprio questo modus operandi per cui sono stati ipotizzati diversi interventi anche di una certa rilevanza economica, alcuni dei quali finanziati dal famigerato PNRR, che hanno dei tempi di attuazione previsti molto lunghi e che “legheranno le mani” alla prossima amministrazione che non avrà alcun margine per poter mettere in cantiere opere magari ritenute maggiormente prioritarie. Un’ulteriore problematica per la realizzazione delle opere ipotizzate, che comporta una spesa di diversi milioni di euro, è quella della loro gestione tenendo conto che gli uffici pubblici comunali e in particolar modo l’ufficio tecnico da tempo lamentano carenza di personale e negli ultimi anni sono stati fortemente depotenziati soprattutto per ciò che riguarda i livelli apicali. In questa improvvisata organizzazione del personale si inserisce il continuo depauperamento della struttura pubblica che negli ultimi anni ha visto perdere una serie di competenze che la città di Ivrea possedeva e metteva a disposizione del territorio fungendo in tal modo da elemento aggregatore mentre oggi si limita a esternalizzare servizi l’ultimo dei quali, in termini di tempo, è la Centrale Unica di Committenza (CUC) affidata alla Provincia di Biella proprio nel momento in cui dovrebbero arrivare i fondi del PNRR e i progetti approvati e finanziati dovranno venire appaltati.
Volendo fare qualche esempio concreto ricordiamo che da anni, se non decenni, aspettano risposta: la sistemazione dell’area mercatale, la costruzione della nuova Biblioteca (per la quale c’erano pure i fondi destinati dalla benemerita signora Lucia Guelpa), l’elaborazione di un Piano della Mobilità sostenibile con la realizzazione di piste ciclo-pedonali degne di tale nome e diverse opere di manutenzione ordinaria (passerella sulla Dora e vari immobili comunali) e straordinaria (Terzo ponte, piscina comunale, sovrappasso ferrovia, strutture sportive, ecc.).
Nel dibattito in Consiglio Comunale è anche emersa la mancanza di ogni riferimento al nuovo e al vecchio Ospedale e al potenziamento della Ferrovia. Pur non trattandosi di competenze specifiche dell’Amministrazione Comunale queste opere necessiterebbero quantomeno di un’azione di lobby territoriale attività sparita dall’agenda e dai programmi dell’attuale Giunta.
Nell’ultimo Consiglio Comunale l’improvvisazione non si è manifestata solamente sugli investimenti, ma anche sulla parte corrente del bilancio dove, nonostante le promesse e una situazione economica sempre più pesante, è stata alzata l’imposizione fiscale con l’aumento di tutte le aliquote dell’addizionale IRPPEF, salvo la più alta, con l’aggravante, dal punto di vista dell’equità, che mentre l’aliquota per i redditi più alti non è stata, appunto, elevata ulteriormente, perché già al massimo, lo è stata quella degli scaglioni di reddito inferiori compreso l’ultimo per i redditi fino a 18.000 euro.
Su questo tema si è anche consumato un teatrino che di certo non qualifica l’azione della maggioranza in Consiglio quando a una prima votazione si è finiti pari per cui la relativa delibera non sarebbe passata e con essa il bilancio. Dopo mezz’ora di sospensione dell’assemblea e fitto conciliabolo a porte chiuse in sala Giunta si è proceduto a una seconda votazione nella quale il consigliere di maggioranza che si era astenuto, facendo impattare la votazione, ha cambiato “casualmente” idea. Inutile esprimere commenti sul livello del dibattito in un Consiglio Comunale che in quattro anni non ha mai svolto il proprio ruolo deliberativo e di controllo nei confronti dell’esecutivo e con i consiglieri di maggioranza costantemente eterodiretti così come è accaduto con evidente chiarezza con l’episodio sopra citato. Siamo ormai alle battute finali di questo mandato e c’è da sperare che l’eredità che verrà lasciata alla prossima amministrazione non continui ad appesantirsi condizionando troppo marcatamente l’attività del nuovo governo cittadino.