Ai tempi di quell’indagine non esisteva ancora il reato di tortura perché istituito solamente con una legge del 2017. Per quell’inchiesta la Procura di Ivrea chiese l’archiviazione, ma a seguito dell’opposizione dell’archiviazione stessa da parte dell’associazione Antigone il procedimento è rimasto aperto passando però alla procura di Torino.
“Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri” diceva Voltaire e noi tutti non possiamo rimanere in silenzio di fronte ad una situazione sempre più critica della quale siamo a conoscenza da anni.
Ovviamente non abbiamo nessun titolo, né competenza per giudicare l’accaduto e rimaniamo in attesa delle determinazioni della Magistratura nell’ovvio rispetto degli accusatori e degli indagati senza fomentare processi sommari, ma cercando di accendere un faro sullo scottante tema. Così come sostenuto anche dal SAPPE che è il primo Sindacato di Polizia Penitenziaria sul cui sito troviamo scritto che il loro impegno: “è sempre stato quello di rendere il carcere una “casa di vetro” cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci chiaro”.
Per quanto riguardo il nostro ruolo di forza di minoranza in Consiglio Comunale vogliamo rimarcare come anche a livello locale la politica non faccia nulla per cercare almeno di capire quali problemi ruotino intorno alla Casa Circondariale eporediese che è, di fatto, un quartiere della città. I problemi del nostro carcere sono risaputi da anni, a partire dal sovraffollamento alle pessime condizioni di manutenzione e salubrità degli spazi, alla mancanza di personale, ma poco o nulla è stato fatto dalle amministrazioni che si sono susseguite nonostante noi e altre forze politiche presenti in Consiglio abbiamo tentato più volte di porre l’attenzione sulla situazione, per certi versi drammatica, in cui versa quella struttura. In quest’ottica abbiamo presentato una mozione dal provocatorio titolo “Chiudiamo il carcere di Ivrea”, approvata all’unanimità nel Consiglio Comunale del 20 dicembre 2018, con la quale si impegnava l’assessore competente:
- a riattivare un canale di comunicazione con l’Amministrazione Penitenziaria programmando nel tempo visite periodiche da parte dei Consiglieri Comunali e degli Assessori;
- ad organizzare, tramite la competente Commissione consiliare, uno o più incontri allargati invitando i responsabili della gestione della casa circondariale, gli operatori del settore e le associazioni di volontariato che operano nella struttura”.
Nonostante la mozione sia stata approvata all’unanimità nulla è stato fatto di quanto richiesto da tutti i consiglieri comunali nei quattro anni che sono passati da allora.
Purtroppo, come già accennato più volte, non si tratta di un caso isolato e le mozioni votate e approvate che poi non hanno avuto un seguito sono molteplici e questo la dice lunga sul rispetto che ha l’attuale Giunta nei confronti del Consiglio Comunale eletto dai cittadini. La mozione del 2018 prendeva spunto dall’inchiesta sui fatti del 2015 e 2016, ma ora la questione si ripropone con la nuova procedura relativa a presunti fatti accaduti tra il 2019 al 2022. Alla luce del nuovo filone di inchiesta, e visto che nulla è stato fatto dall’assessorato competente e dalla maggioranza che sostiene questa Giunta, martedì 29 novembre porteremo nuovamente in Consiglio Comunale il tema del carcere con una interpellanza con la quale chiediamo all’Assessore di riferimento e al Sindaco quali siano le motivazioni per cui non si sia fatto nulla nonostante la forte richiesta del Consiglio Comunale e le evidenti criticità emerse all’interno della struttura.
Chiediamo inoltre che che venga portata all’attenzione dei consiglieri una relazione su quanto accaduto ultimamente e quali provvedimenti si pensa di mettere in atto per rispondere all’ennesimo scandalo, di rilievo nazionale, che investe la nostra Casa Circondariale.