Vediamo quindi che verrà potenziato il Servizio manutentivo con l’assunzione di personale e con l’acquisto di automezzi e attrezzature per il cantiere edile comunale. Verranno stanziati fondi per manutenzioni al teatro e per le aree gioco attrezzate dei quartieri. Verranno stanziati fondi per arredi e tende nelle scuole e per l’ampliamento degli spogliatoi del campo sportivo di S.Giovanni.
Scorrendo il Piano triennale investimenti troviamo ancora desolatamente vuote alcune voci di interventi che non si potranno continuare a procrastinare nel tempo come la biblioteca, la piscina, l’area mercatale, l’asilo nido, il castello, palazzo Giusiana, la bretella di via Verdi, ecc. Ovviamente questi importanti stanziamenti non potevano entrare in una variazione di bilancio di fine novembre e siamo quindi in attesa di vedere il nuovo Documento Unico di Programmazione per il quale auspichiamo un percorso di condivisione maggiormente partecipativo rispetto a quello della passata amministrazione che sul tema ha fatto molte promesse mai tradottesi in atti concreti.
Viviamo Ivrea apporterà il proprio contributo alla seduta con alcuni documenti. Un‘interpellanza con la richiesta implicita di dotare l’ufficio tecnico comunale, ed eventualmente anche altri uffici dove si effettuano pagamenti con una certa frequenza, di un’apparecchiatura POS per i pagamenti con carte di credito e bancomat. Abbiamo presentato anche una mozione sulla questione della Casa circondariale molto preoccupati dalla richiesta, magari solo provocatoria, ma molto significativa, da parte dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria) al Ministro della Giustizia e al Prefetto, di chiusura del Carcere eporediese. Struttura non nuova al manifestarsi di gravi problemi e criticità tanto che molti ricorderanno alcuni titoli di giornale del gennaio del 2017 quando, in seguito a gravi fatti accaduti al suo interno, lo stesso venne definito: “uno dei carceri peggiori d’Italia”.
Altro documento che porteremo all’attenzione del Consiglio Comunale e dell’esecutivo sarà quello dal significativo titolo: “Sanità al collasso e strutture sanitarie inadeguate”.
Per scrivere questa mozione abbiamo effettuato alcuni incontri e analizzato documenti dell’ASL TO4 oltre a svariato materiale d’archivio. Approfondendo l’argomento ci siamo resi conto di come la sanità pubblica sia sull’orlo di un baratro e che la situazione eporediese è pure aggravata dall’ormai acclarata inadeguatezza dell’Ospedale civile di Ivrea.
E’ ormai sterminato l’elenco di disservizi, criticità manutentive degli immobili, carenze di personale, mancanza di attrezzature, spazi insufficienti e via discorrendo. Nella mozione sono citati dati che fanno non solo riflettere, ma capire come da troppo tempo la sanità pubblica sia stata svuotata da politiche pubbliche inadeguate che hanno avvantaggiato il privato e che hanno determinato una fuga di personale verso strutture più accoglienti, con carichi di lavoro più “umani” e migliori retribuzioni.
Per quanto riguarda l’Ospedale di Ivrea, ad esempio, sono oggi critiche: la situazione della pediatria dove nel giro di pochi mesi si è passati da 9 medici a 4/5, primario compreso, e della cardiologia dove pare ci sia una fuga verso l’esterno di personale altamente specializzato. Reparto che rimane in piedi solo grazie a personale proveniente dall’ospedale di Ciriè. Non si tratta certo di casi isolati e riguardano solo la categoria dei medici che dal 2009 ad oggi, invece di aumentare per evidenti necessità più volte esplicitate, è passata da 690 a 662 unità. Ancora nel campo degli specialisti evidenziamo di come da tempo ci sia un solo primario di Pronto Soccorso che si deve dividere tra gli ospedali dell’intera ASL TO4 e che a Ivrea riesce ad essere presente una o due volte la settimana.
Meglio non va per gli infermieri che nel 2009 erano 1650 unità ed oggi se ne contano 200 in meno sottoponendo chi è rimasto in servizio ad orari e turni massacranti di reperibilità che spesso sono effettuate in straordinario. La carenza di personale viene ormai “ordinariamente” coperta con l’utilizzo di interinali tanto che nel 2017 sono stati spesi per lavoro “in affitto” da agenzia 1,2 milioni di euro per una somma negli ultimi 7 anni di 4 milioni di euro. E dire che dal 2011, solo per quel che riguarda gli OSS, in seguito ad un concorso pubblico sono entrati in graduatoria 109 operatori ancora oggi in attesa di chiamata.
Aggiungiamo qualcosa sulle liste di attesa? Basta andare sul sito dell’ASL TO4 per vedere che per una colonscopia servono 370 giorni, oltre un anno, per un ecodoppler da 118 a 152 giorni, in base alla tipologia, e per un holter cardiaco 109 giorni. C’è da incrociare le dita sperando di non avere mai bisogno di certe prestazioni o meglio, per i più facoltosi c’è sempre il privato pronto ad accoglierli mentre chi non se lo può permettere aspetterà tempi migliori con buona pace della giustizia sociale e dell’equità di trattamento di tutti i cittadini da parte del pubblico.
Ci sono ancora stati segnalati la grave assenza di un reparto di terapia sub-intensiva e la disorganizzazione dei processi di prevenzione che vedranno anche quest’anno, vista l’inattività della dirigenza, un afflusso in massa di persone nei pronto soccorso causa una prevedibilissima ondata di influenza.
In risposta a tutto quanto sopra, e in seguito alle dettagliate richieste avanzate dalla Direzione dell’ASL TO4 con il Piano triennale per le assunzioni, l’Assessore regionale Saitta ha risposto con il taglio di circa 5 milioni di euro l’anno (su circa 250 mln) nel biennio 2019-2020.
Nella prossima primavera ci saranno le elezioni regionali e sarà curioso vedere quali fantasmagoriche promesse avanzerà chi ha portato la sanità piemontese, sostenendo tra l’altro senza se e senza ma che soldi per l’Ospedale di Ivrea non ce ne sono, agli infimi livelli sopra esposti.