A questo primo incontro sono state invitate, per ora, solo le realtà associative che gestiscono impianti di proprietà comunale. A nostro modo di vedere si è trattato di un’esperienza utile ed interessante che potrebbe diventare un esempio di quei processi partecipativi che andiamo proponendo da anni e che reputiamo necessari per un nuovo modo di intendere l’amministrazione pubblica.
Mettere insieme realtà diverse crediamo sia una strada da seguire per conoscersi e condividere problematiche e soluzioni spesso comuni creando nel contempo un rete di relazioni che potrebbe rivelarsi molto utile per alimentare una visione più “comunitaria e solidale” del bene comune. Si tratterebbe di un processo virtuoso che potrebbe portare lontano la Pubblica Amministrazione avvicinandola alle esigenze e ai bisogni dei cittadini. Non più contatti privilegiati con questa o quell’associazione o gruppo di interesse, ma ricerca comune per la risoluzione di problemi. Un processo di questo tipo necessita però di alcune modalità gestionali in grado di elevarne la virtuosità, la credibilità e, di conseguenza, l’adesione da parte dei cittadini. Tra queste indichiamo, a titolo non esaustivo, la massima trasparenza e la chiarezza nelle procedure, la collaborazione tra uffici e amministratori, il miglioramento della comunicazione all’esterno del palazzo, l’eliminazione di corsie preferenziali arbitrarie quanto inopportune.
Alla luce di questo primo incontro si tratterà ora di vedere come il nuovo esecutivo darà seguito a questa innovativa esperienza partecipativa. Noi abbiamo dato molto volentieri l’input e la spinta iniziale, ma come forza di minoranza più di tanto non possiamo fare.
Tornando all’incontro dell’altra sera numerose sono state le adesioni. In una Sala Consiglio gremita si è dato vita ad un dibattito molto utile che ci ha permesso di conoscere innanzi tutto realtà in ambito sportivo magari meno conosciute, ma soprattutto una serie di problematiche che alla fine della serata si possono condensare e raggruppare in poche voci. Questo esercizio di scrematura e di sintesi può tornare molto utile all’esecutivo e agli uffici per l’elaborazione: di politiche pubbliche gli uni e/o atti e procedure interne gli altri. Diversi temi e bisogni sono emersi. Uno su tutti, evidenziato anche in premessa dal Sindaco, è stato quello della sicurezza e della relativa messa a norma degli impianti sportivi e degli edifici pubblici. Chi ha seguito il nostro lavoro nella precedente Amministrazione sa quanto ci siamo battuti per queste problematiche quasi sempre senza venire ascoltati tanto che il quadro emerso sullo stato di manutenzione e conservazione degli impianti e degli edifici sopra citati è per certi versi disarmante. Così come disarmante è stata la vicenda, per la quale ora chiederemo aggiornamenti, della mancanza del Certificato Prevenzione Incendi della Biblioteca civica.
Gran parte dei problemi emersi derivano, anche questo da noi sempre segnalato in precedenza, dalla mancata manutenzione ordinaria del patrimonio immobiliare del Comune. Se non si procede infatti in maniera costante e continuativa al mantenimento in buono stato di una struttura la manutenzione tende a passare da ordinaria a straordinaria con costi che a quel punto diventano molto elevati e non sempre sostenibili. Il problema è che quando diventano necessari interventi straordinari le strutture interessate spesso non risultano più a norma e trattandosi di patrimonio pubblico si crea più di qualche problema compreso il rischio di chiusura per inagibilità o assenza dei requisiti minimi di sicurezza degli utenti.
Il caso di incuria più eclatante è certamente quello della piscina che oltre a non essere più adeguata per un utilizzo efficiente ha dei costi per gli operatori molto elevato rispetto a strutture più moderne e con vasca da 50 mt (anziché 25). L’insieme dei due fattori: struttura inadeguata e obsoleta e costo elevato ha fatto sì che negli anni molti utenti si siano spostati su impianti più attrezzati e accoglienti. Serve immediatamente cambiare registro.
In chiusura vogliamo segnalare un'altra stranezza, diciamola così, emersa durante l’incontro e che andrà immediatamente affrontata e cioè la disparità temporale dei contratti/convenzioni di gestione con le singole associazioni o società sportive. C’è chi ha una durata di uno o due anni, chi di cinque, chi di dieci e chi magari è in attesa del rinnovo di un contratto scaduto.
Ironia della sorte una delle condizioni richieste dagli enti superiori o dalle federazioni per l’accesso a contributi o finanziamenti agevolati richiede, in caso di utilizzo di impianti di proprietà pubblica, una durata del contratto di gestione non inferiore a sette o a dieci anni. Ma è mai possibile che di ciò nessuno se ne sia accorto? Non basta ripetere come un mantra, spesso per lavarsene la mani, da parte dell’amministrazione pubblica, che non ci sono soldi. Ci si può anche adoperare per recuperare finanziamenti laddove esistono e aiutare le realtà associative, quasi sempre mandate avanti da volontari a titolo gratuito, per espletare pratiche burocratiche non sempre di facile comprensione. Questa oltretutto sarebbe, utilizzando personale già in capo al Comune, un’attività senza costi aggiuntivi.