Siamo al giro di boa del mandato dell’amministrazione uscita dalle urne alle ultime elezioni comunali del 2018 e chi ha seguito le vicende di questa strana ed eterogenea maggioranza avrà riscontrato, tra le altre cose, l’impalpabilità dell’azione politico-amministrativa della stessa oltre allo stravolgimento della regole e delle prassi sulle quali dovrebbe poggiare il normale dibattito pubblico in sede istituzionale.
L’abbiamo già detto e scritto tempo fa, ma nulla è cambiato. I consigli comunali si sono trasformati in un batti e ribatti tra gli assessori, che come noto non sono consiglieri, e i consiglieri di minoranza. Il testo unico degli enti locali è molto chiaro su questo tema, ma l’impressione è che diversi componenti del parlamentino eporediese e della giunta non abbiano le idee molto chiare su quali siano i ruoli che spettano ad ognuno soprattutto per ciò che riguarda gli eletti (consiglieri) e i nominati (assessori). Va anche aggiunto che oltre il Testo Unico sopra citato esiste anche un apposito Regolamento del Consiglio Comunale che spiega per filo e per segno il funzionamento dell’Assemblea cittadina. Un’attenta lettura di tale documento, basilare per il buon funzionamento dell’amministrazione, non farebbe perdere tempo inutile in discussioni continue mettendo in secondo piano problemi molto più importanti per la cittadinanza. Ma l’impressione, ormai sempre più evidente, è che all’interno della maggioranza siano più impegnati a litigare su tutto piuttosto che concretizzare anche solo la minima parte delle promesse fatte agli elettori.
Non serve essere esperti di diritto costituzionale per sapere che una cosa sono gli Esecutivi (Governo, Giunta), nominati da Premier, Governatore, Sindaco, e tutt’altra sono le Assemblee elettive (Parlamento, Consigli regionali e comunali). Non entriamo in questa sede nel merito delle Città Metropolitane che sono la più grande fesseria istituzionale degli ultimi decenni per ciò che riguarda l’organizzazione dello Stato.
Più volte la minoranza intera ha chiesto al Presidente del Consiglio, al quale spetterebbe il compito di controllare il regolare svolgimento del Consiglio Comunale, di intervenire tutelando il corretto funzionamento dell’assemblea, ma salvo qualche timido richiamo di circostanza tutto ha continuato a svolgersi come prima.
Un altro tema scottante, sempre inerente il Consiglio Comunale, è la gestione delle Commissioni consiliari che, come dice il loro nome, sono un organismo specifico e obbligatorio di competenza dei consiglieri e non certo uno spazio ad uso e consumo degli assessori come invece avviene ora.
Difficoltà nel convocarle, ingerenze indebite, pervicacia nel non lasciarle svolgere in presenza (nonostante l’esiguo numero di partecipanti), problematica consegna al Presidente della Commissione e ai commissari della documentazione da esaminare e discutere, sono solo alcune delle criticità che da tempo chiediamo vengano risolte, ma per ora senza ottenere nulla. Le commissioni, come avviene con quelle parlamentari o regionali, sono un elemento fondamentale per il buon funzionamento democratico dell’intera Amministrazione comunale, maggioranza e minoranza.
Le commissioni consiliari dovrebbero infatti essere il luogo nel quale i consiglieri comunali eletti dai cittadini analizzano le proposte di delibera, le iniziative della Giunta e del Consiglio evidenziandone le criticità e ricercando le soluzioni più adeguate nell’interesse della collettività. In questo modo le delibere e i documenti inerenti arriverebbero in Consiglio Comunale per consentire ai consiglieri di entrare subito nel merito dei contenuti e nel dibattito politico per arrivare ad una votazione consapevole e responsabile.
Tanto per fare un esempio è da settimane che si cerca di convocare la Commissione Assetto del Territorio per discutere, così come richiesto dal Consiglio comunale, della questione del Movicentro. Dopo infinite discussioni tale Commissione era stata convocata per giovedi 28 gennaio, ma all’ultimo si è dovuta rinviare a data da destinarsi. La nostra convinzione è che se si fosse portato subito l’argomento in Commissione i presunti problemi addotti dalla Giunta si sarebbero risolti velocemente, ma è ormai chiaro che una parte della maggioranza i problemi non li vuole risolvere per imbarazzanti questioni ideologiche e quindi fa di tutto per non affrontarlo con serietà e decisione. Se questo è il cambiamento “civico” promesso …