La settimana scorsa facevamo notare una certa calma da parte dell’esecutivo nell’attuare due mozioni approvate all’unanimità dal Consiglio Comunale non avendo ancora ricevuto notizia, alla data di redazione dell’articolo, della convocazione delle riunioni richieste. Probabilmente Sindaco e Giunta le stavano pianificando e questa settimana entrambe sono state definite. Andando con ordine il tavolo allargato per la pista ciclabile di corso M.D’Azeglio è stato delegato alla Commissione consiliare Assetto del Territorio, che si occupa anche di viabilità e ambiente, mentre la riunione sull’impiantistica sportiva è stata convocata lunedi e si è svolta giovedì 4 ottobre in Municipio.
Alla riunione, dalla parte degli amministratori, hanno partecipato il Sindaco, con delega allo sport, la vice Sindaca, la Consigliera Girelli, in qualità di Presidente della Commissione Sport e il sottoscritto invitato come proponente della mozione e componente della stessa commissione.
Sabato tredici ottobre si è svolta la nona edizione del Morenic Trail, una corsa che si snoda lungo la cresta dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea per 119 km con partenza da Andrate e arrivo a Brosso con un dislivello totale positivo di 2540 metri.
Al di là della valenza sportiva di questa competizione, ormai diventata internazionale e conosciuta in tutto il mondo, è interessante fare qualche considerazione sulle potenzialità, materiali e immateriali, che eventi come questo potrebbero esprimere sul territorio nel quale viviamo. A fare da contraltare ci sono però una serie di criticità, più che altro legate ad anacronistiche abitudini e sterili campanilismi, che in un prossimo futuro bisognerà affrontare con decisione e coraggio.
Un territorio fortemente segnato dal ridimensionamento industriale causato dalla fine della Olivetti e che fatica a ritrovare una sua identità capace di andare oltre, metaforicamente parlando, alla macchina da scrivere che tanto ha voluto dire per le generazioni che ci hanno preceduto.
Lunedì 15 ottobre si è svolto un Consiglio Comunale fiume, il quarto della nuova Amministrazione, che ci ha tenuti impegnati dalle 18 a fin dopo la mezzanotte. Se da una parte la stanchezza si è fatta sentire dall’altra vuol dire che gli argomenti trattati sono stati interessanti e il dibattito approfondito. Al di là delle solite posizioni aprioristiche e ideologiche di qualcuno non abituato, quando era al potere, a discutere fattivamente dei problemi della città e dei cittadini, una differenza evidente con il quinquennio precedente è che il Consiglio Comunale è tornato ad essere il fulcro della vita politica cittadina e le commissioni consiliari, compresa la Conferenza dei capigruppo, lavorano in maniera propositiva nell’interesse della città.
Fin qui crediamo nessuno possa sostenere il contrario perché si tratta di un dato oggettivo. Noi di ViviamoIvrea diciamo da sempre, e per questo siamo stati più volte attaccati dai nostalgici della partitocrazia e dei privilegi di sistema, che per amministrare una città, soprattutto se piccola come la nostra, non servono certo bandiere o dogmi ideologici, ma pragmatismo, buona volontà, capacità di ascolto e di discussione e una buona dose di sano realismo.
Ognuno di noi ha avuto e può avere tutt’ora dei punti di riferimento che hanno contributo ad arricchirne il pensiero, il comportamento, il senso di appartenenza ad una comunità. Per chi, come me, ha avuto la fortuna di nascere e vivere ad Ivrea due sono le persone che maggiormente hanno influenzato la mia crescita morale e intellettuale: Adriano Olivetti e il Vescovo emerito Monsignor Luigi Bettazzi.
Olivetti ha sempre ispirato la mia attività di amministratore pubblico e la formazione più prettamente politica in quell’ottica di superamento dei partiti tradizionali che lui stesso vedeva già allora (parliamo della parte centrale del novecento) arrivati a fine corsa nelle sue elaborazioni teoriche. Scrive Giancarlo Bosetti su Reset: “L’ispirazione liberal-sociale dell’imprenditore di Ivrea contrastava l’egemonia della Dc a destra e del Pci a sinistra, con un’idea di autogoverno basato su piccole comunità, e collocava al centro della vita pubblica la capacità critica della persona-cittadino, non le grandi organizzazioni di parte”.
Se è abitudine dei media, o per lo meno di alcune tipologie di media, tenere sott’occhio e criticare a prescindere il potere costituito dovrebbe invece essere compito della politica e degli amministratori pubblici andare oltre la mera critica dell’avversario mettendo in campo anche una responsabile attività propositiva. E’ ovvio che a giovarsene sarebbero la collettività e il bene comune.
Perché questo non accade nella politica contemporanea nel mondo, non tutto, e in particolar modo in Italia? Per quanto riguarda i media perchè in larghissima maggioranza sono schierati e partigiani, spesso con mani e penne legate dall’editore di riferimento. Per quanto riguarda i politici perché è diventato di accezione comune il fatto che chi ha perso le elezioni e si trova in minoranza si deve “opporre” aprioristicamente a chi le elezioni le ha vinte indipendentemente dai contenuti e dal merito delle proposte presentate. Ovviamente questo vale sia per il livello nazionale che per quello locale ed è una delle caratteristiche peculiari dei partiti che il loro “essere di parte” lo manifestano già nell’etimo.
Nel weekend appena trascorso ci sono stati ad Ivrea due eventi molto interessanti che dal nostro punto di vista dovrebbero venire attentamente considerati dalla politica in quanto portatori di idee innovative e proiettate al futuro. Proprio ciò che manca in genere all’amministrazione pubblica italiana e in particolar modo ad Ivrea dove l’ultima opera pubblica, realizzata a cavallo delle elezioni, anziché risolvere i problemi pre-esistenti, ne ha creati di nuovi.
Venerdi mattina al Teatro Giacosa si è svolta l’Assemblea Generale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene. Nello splendido scenario del teatro cittadino i relatori internazionali e nazionali, con un importante spazio anche per alcune esperienze locali, hanno raccontato ai presenti la loro esperienza riguardo questo percorso turistico relativamente recente, ma non solo. Si tratta infatti della riproposizione di un pellegrinaggio. Nel caso specifico quello del Vescovo Sigerico che in un suo viaggio di rientro da Roma verso Canterbury, nell’anno 990, annotò dettagliatamente tutto il percorso suddividendolo in 79 tappe. Questa idea nata nel 1987 è stata riconosciuta nel 1994 dal Consiglio d’Europa che lo ha dichiarato “ Itinerario Culturale Europeo” analogamente al Cammino di Santiago de Compostela in Spagna.
“Restiamo umani …” soleva ripetere il giornalista, scrittore, attivista e pacifista Vittorio Arrigoni alla fine di ogni suo reportage. La frase completa dalla quale aveva estratto questa locuzione continuava con: “… anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda”. Pronunciava queste parole dalla striscia di Gaza dove si era messo dalla parte dei più deboli e dove venne vigliaccamente ucciso, a soli 36 anni, il 15 aprile del 2011. Aveva viaggiato come volontario nell’Est europeo e nell’Africa sub-sahariana prima di arrivare a Gerusalemme e poi nella striscia di Gaza. Alla luce dell’esperienza acquisita sul campo le sue parole assumono un significato simbolico sul quale dovremmo più spesso fermarci a riflettere.
Archiviato il singolare Consiglio Comunale della scorsa settimana fatto di sole interpellanze, mozioni, ordini del giorno, e quindi senza delibere, il 27 novembre, si terrà una nuova seduta del parlamentino eporediese.
All’ordine del giorno ci saranno l’approvazione di un regolamento e la settima variazione di bilancio dell’anno. Per quanto riguarda quest’ultima ovviamente aspettiamo il dibattito in aula, ma leggendo le cifre e le voci di spesa proposte dall’esecutivo ci sembra si tratti di una variazione che va nella direzione da molti auspicata in campagna elettorale e cioè quella di dare priorità agli interventi di manutenzione del patrimonio immobiliare pubblico tentando di rispondere alle molteplici richieste dei diversi uffici reiterate nel tempo e rimaste spesso senza una risposta.
Martedì scorso si è svolto un Consiglio Comunale nel quale oltre a una variazione di bilancio sono stati affrontati alcuni temi di rilievo grazie, soprattutto, agli spunti forniti da alcune interpellanze, mozioni e ordini del giorno.
Dal dibattito è emerso sempre più chiaramente ciò che, come lista civica, andiamo sostenendo da tempo e cioè che gli attuali partiti, indipendentemente dal colore politico, non riescono a mettere da parte le ideologie e le prese di posizione aprioristiche. Ogni qualvolta si presenta l’occasione ecco ergersi un muro contro muro tra quelle che oggi sono fazioni opposte a livello centrale correndo il rischio che l’interesse della città possa venir messo da parte in nome di posizionamenti esclusivamente basati su questioni nazionali.
In un precedente articolo facevamo notare una delle particolarità negative dell’attuale modo di concepire la politica e cioè l’abitudine di considerare sbagliato tutto ciò che la parte avversa fa o non fa. Se fa, avrebbe dovuto farlo diversamente, se non fa, avrebbe dovuto agire più tempestivamente. Noi da sempre ci dichiariamo avulsi da questo modo di concepire la politica per il semplice motivo che se un’azione proposta dalla maggioranza è finalizzata al miglioramento della città e del livello di benessere dei cittadini non c’è nessun motivo per non appoggiarla, indipendentemente dal colore politico dei proponenti.
I lettori eporediesi certamente sono a conoscenza dell’esistenza della Fondazione Guelpa. Un istituto creato nel 2005 per concretizzare le volontà testamentarie della benefattrice signora Lucia Guelpa deceduta nel 2003. Si legge sul sito internet della Fondazione stessa: “Prima della sua morte Lucia Guelpa, nel suo testamento, legò al Comune di Ivrea i propri beni e, alla sua morte, avvenuta nel 2003, la Città di Ivrea si trovò così erede della collezione Croff di dipinti, di un appartamento a Ivrea e di un consistente capitale destinato a realizzare un’opera durevole di cultura, con interventi di potenziamento della Biblioteca civica e di miglioramento della fruibilità del Museo Garda”.
Anche grazie a una nostra mozione, approvata all’unanimità nel Consiglio Comunale del 27 novembre scorso, che metteva in luce alcune delle tante criticità esistenti nella sanità pubblica si sono accesi finalmente i riflettori, a livello locale, su un tema, quello della salute, che riguarda tutti noi e che rappresenta uno dei maggiori costi della spesa pubblica italiana. Costi a volte inutili, spesso abnormi e ingiustificati, per i quali servirebbe un profondo processo di revisione e di riorganizzazione dell’intero sistema e di “pulizia” da evidenti storture, spesso al limite della legalità, come ad esempio la disparità di costo del prezzo dei farmaci. Su questo tema, nel quasi totale silenzio dei media, il 10 dicembre scorso, il Ministero della Salute ha pubblicato il Documento di programmazione della nuova governance farmaceutica che dovrebbe portare ad un radicale aggiornamento del Prontuario dei farmaci le cui ultime modifiche, grazie alla forte resistenza delle case farmaceutiche, risalgono a ben 13 anni fa.
Chi segue l’attività di Viviamo Ivrea avrà capito che la trasparenza dell’azione della Pubblica Amministrazione è per noi un elemento imprescindibile. Se ci sono trasparenza e chiarezza si riducono fortemente le possibilità che nei vari procedimenti amministrativi si possano annidare criticità che potrebbero causare strascichi politici e legali. Iniziative, queste, che farebbero dilatare i tempi di attuazione di decisioni prese magari superficialmente senza averne valutato tutte le conseguenze.
L'ennesima occasione persa per una progettazione del territorio partecipata
Si è fatto un gran parlare nelle ultime settimane del Piano Esecutivo Convenzionato di via di Chiodi e come lista civica abbiamo preso una nostra posizione, presentando anche una mozione che verrà discussa nel Consiglio Comunale del 10 febbraio. Proviamo a spiegare il nostro punto di vista partendo da una breve sintesi dell'oggetto. Si parla di un'area normativa definita “Ambito di trasformazione” sulla quale si può edificare con dei parametri di superficie pre-definiti che riguardano tre tipologie: ACE dove si concentra l'edificazione, VE dove si concentra il verde privato e VS destinata a verde, mobilità, servizi pubblici e d'interesse collettivo. E' su quest'ultima area, quella pubblica, che dovrà essere pari al 70% dell'intera superficie, che concentriamo la nostra attenzione così come hanno fatto i residenti del quartiere. Va anche detto che le opere cosiddette di urbanizzazione primaria possono essere realizzate utilizzando gli oneri di urbanizzazione che il proponente dovrà versare nelle casse comunali e si parla di qualche decina di migliaia di euro.